
L'aggiornamento dei Lea, l'ultimo dei quali risale al 2017, è atteso con grande urgenza. Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), ha sottolineato come l'approvazione, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e, soprattutto, l'effettiva operatività su tutti i 21 sistemi sanitari regionali siano fondamentali per garantire a ogni donna l'accesso a esami di cruciale importanza. L'auspicio è che questo provvedimento sia reso effettivo al più presto.
Test genomici, esami prognostici per la selezione delle terapie
L'importanza dei test genomici nel trattamento del tumore al seno non può essere sottovalutata. Questi esami prognostici sono in grado di offrire una selezione molto più accurata delle terapie, in particolare nel contesto del carcinoma mammario ormonoresponsivo in stadio precoce. Essi permettono di valutare con precisione, dopo un intervento chirurgico, se sia necessario ricorrere alla chemioterapia in aggiunta all'ormonoterapia. Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Mammaria e Toraco-polmonare presso l'Irccs Fondazione Pascale di Napoli, ha evidenziato come numerosi studi nazionali e internazionali abbiano già dimostrato l'assoluta validità prognostica di questi test nel predire la probabile evoluzione del tumore. Ciò significa che un numero crescente di pazienti in tutto il mondo può evitare cure inutili, spesso gravose e con effetti collaterali significativi.
Oltre ai benefici clinici diretti per le pazienti, l'introduzione diffusa dei test genomici porta con sé anche un indubbio vantaggio economico per il Ssn. Riducendo il ricorso a trattamenti chemioterapici con costi elevati, si ottiene un risparmio significativo. Questi vantaggi, ha ricordato De Laurentiis, possono essere assicurati a fronte di un investimento di 20 milioni di euro da parte del Ssn, una cifra che era già stata prevista attraverso un fondo ad hoc nel 20202. Si stima che in Italia, ogni anno, oltre 10.000 donne colpite da tumore al seno dovrebbero beneficiare della prescrizione di questi test.
La personalizzazione delle cure contro il cancro è ormai una realtà consolidata, in particolare per neoplasie così diffuse come quella mammaria. Grazie anche a trattamenti sempre più efficaci e appropriati, oltre il 70% delle donne in Italia riesce a sconfiggere definitivamente la malattia. L'innovazione apportata dalla ricerca scientifica sta rivoluzionando anche gli strumenti diagnostici, che sono in continua e rapida evoluzione.
La genomica, in particolare, promette un futuro in cui sarà possibile un monitoraggio sempre più accurato delle possibili recidive di cancro. La ricerca sta inoltre esplorando nuove frontiere, con studi in corso su esami innovativi capaci di rilevare la presenza di più tumori nelle fasi iniziali attraverso un singolo prelievo di sangue. Questo potrebbe significare che lo screening del cancro potrà presto cambiare ed essere ampliato a molte altre neoplasie, offrendo nuove opportunità di diagnosi precoce.
Per incentivare e supportare l'utilizzo dei test genomici su tutto il territorio nazionale, la Fondazione Aiom ha attivato l'Osservatorio sui Test Genomici. Si tratta di un tavolo di lavoro strategico, nato con l'obiettivo di sensibilizzare non solo le Istituzioni, ma anche i clinici e i pazienti sull'importanza cruciale di queste analisi molecolari. Attraverso diverse attività già avviate e in programma in questi ultimi mesi, l'Osservatorio continuerà la sua missione per promuovere la piena e capillare implementazione di questi strumenti diagnostici innovativi in tutta Italia.
In conclusione, l'appello degli oncologi italiani dall'Asco 2025 non è solo un benvenuto all'inserimento dei test genomici nei nuovi Lea, ma anche un forte invito all'azione rapida per rendere questi strumenti accessibili a tutte le donne italiane che ne necessitano. Questo rappresenta un passo fondamentale non solo per l'oncologia di precisione, ma per l'intera sanità pubblica italiana, promettendo migliori esiti clinici e una gestione più efficiente delle risorse.