Un recente editoriale pubblicato su JMIR Medical Informatics ha esaminato la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale (Ia), dove le tecnologie progettate per automatizzare la documentazione clinica sono in grado di alleggerire il carico amministrativo degli operatori sanitari. Sebbene questi strumenti siano molto promettenti nel ridurre il burnout e nel liberare tempo per la cura dei pazienti, in quanto consentono una riduzione del tempo dedicato alla documentazione dopo l'orario di lavoro e a una migliore interazione medico-paziente, l'editoriale evidenzia preoccupazioni significative che giustificano ulteriori indagini. Tuttavia, gli autori avvertono che questi benefici sono bilanciati da una serie di sfide. L'editoriale evidenzia preoccupazioni persistenti sull'accuratezza e l'affidabilità delle note generate dall'intelligenza artificiale, inclusi errori, omissioni e abbagli. Solleva anche questioni etiche e legali, come i pregiudizi algoritmici, i rischi per la privacy e il potenziale di "debito cognitivo" o l'eccessiva dipendenza dall'intelligenza artificiale, che potrebbero diminuire le capacità di pensiero critico. Sebbene l'entusiasmo per l'IA sia comprensibile, la comunità medica deve procedere con cautela e impegnarsi per una valutazione rigorosa e basata sull'evidenza. L'analisi mostra che, sebbene questi strumenti siano una soluzione promettente a un problema di lunga data, molte domande rimangono senza risposta sul loro impatto sulla sicurezza dei pazienti, sulla formazione dei medici e sui risultati a livello di sistema.
Bibliografia Leung TI, et al. AI Scribes in Health Care: Balancing Transformative Potential With Responsible Integration. JMIR Med Inform 2025. doi: 10.2196/80898. PMID: 40749188; PMCID: PMC12316405.