La presenza di almeno un componente della sindrome metabolica in un individuo con peso normale risulta associata a un rischio tre volte più elevato di diabete rispetto agli individui senza componenti della sindrome metabolica. Il rischio sale a 8 per due componenti e a 12 per tre componenti.
In un nuovo studio, che ha incluso pazienti ospedalizzati con danno renale acuto (AKI), è stato osservato che livelli più elevati di alcuni biomarcatori nelle urine e nel sangue possono predire un rischio del paziente di sviluppare una malattia renale cronica (CKD). I risultati potrebbero aiutare i medici a capire meglio se, dopo un evento renale acuto, l’emuntorio è avviato alla guarigione e se è potenzialmente possibile prevenire la progressione del danno renale acuto in nefropatia cronica.
Nonostante i progressi raggiunti nella diagnosi precoce e nel trattamento del carcinoma prostatico localizzato, la gestione della malattia rimane controversa. Se da un lato il ricorso alla risonanza magnetica e le biopsie multiparametriche (MRI) e mirate possono aiutare la diagnosi di malattia indolente, la difficoltà di una corretta stratificazione del rischio continua a tradursi in trattamenti eccessivi ma anche in sottotrattamenti. Uno studio ha messo a confronto trattamento aggressivo con sorveglianza attiva
“Anemia da malattia renale cronica. Diamo ossigeno alle aspirazioni” è la campagna di sensibilizzazione promossa da Astellas insieme ad ANED – Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto che ne condivide gli obiettivi per dare “ossigeno” ai progetti e alle aspirazioni dei pazienti. La campagna vuole informare e sensibilizzare su una condizione poco conosciuta e sottovalutata, sulla necessità di rivolgersi al proprio medico ai primi campanelli d’allarme e invita i pazienti a non rassegnarsi ma a trovare l’energia per realizzare i propri progetti. Fulcro della campagna è la “Foresta delle Aspirazioni”. Un video online e una call-to-action di una testimonial d’eccezione, l’alpinista e scalatrice Tamara Lunger, invitano i pazienti con anemia da malattia renale cronica e le persone che potrebbero essere a rischio di svilupparla, ma anche la popolazione generale, ad inviare sul sito della campagna www.anemiadamalattiarenale.it le proprie aspirazioni: per ogni messaggio sarà piantato un albero nel Parco della Vettabbia di Milano.
Lo screening neonatale esteso può salvare vite e migliorare la qualità di vita di migliaia di bambini. Il Report di AstraRicerche, che raccoglie le esperienze di due regioni, Toscana e Veneto, è stato presentato nell’ambito della seconda edizione di “Raro chi trova”, iniziativa promossa da Takeda Italia con il patrocinio di SIP, AIG, AIMPS, AIAF e Cometa ASMME. L’analisi mette in luce il valore e l’utilità dello screening neonatale esteso (SNE) e l’urgenza di allargarlo, tra le altre, alle malattie da accumulo lisosomiale. Da anni si attende l’inserimento nella lista nazionale (panel) dello SNE delle malattie da accumulo lisosomiale, stabilito dalla Legge di bilancio 2019 ma fino ad oggi, nei fatti, non ancora compiuto.
Il sesso femminile è sempre più presente in tanti ambiti dello sport e con percentuali di partecipanti in costante crescita. Tuttavia sono pochi i dati originali disponibili sull'arresto cardiaco improvviso durante l'attività sportiva (Sr-SCA) nelle donne. Si tratta di un tema che ha costituito l’obiettivo di uno studio per valutare l'incidenza, le caratteristiche e gli esiti delle donne che presentano Sr-SCA.
Fin dall'inizio della pandemia, i medici hanno segnalato il diabete come un fattore di rischio per gli esiti peggiori del Covid, ma la relazione potrebbe anche funzionare nell'altra direzione: si stanno accumulando prove che il Covid potrebbe essere un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2. In un’ottica di arrivare a dati certi, sostengono i ricercatori, è opportuno che gli studi in questo ambito proseguano.