Nonostante un rallentamento dell'aumento dell'incidenza dei casi a livello globale, tutte le regioni hanno riportato un aumento dell'incidenza dei casi settimanali ad eccezione della Regione Africana, che ha registrato una diminuzione del 27%. La regione del sud-est asiatico ha riportato il maggiore aumento di nuovi casi la scorsa settimana (145%), seguita dalla regione del Mediterraneo orientale (68%), dalla regione del Pacifico occidentale (38%), dalla regione delle Americhe (17%) e dall'Europa Regione (10%).
Una minoranza di pazienti in fase di ripresa dopo il Covid ha manifestato per un breve periodo infiammazione miocardica localizzata accompagnata da danno cardiaco e livelli più elevati di marcatori ematici infiammatori sistemici. Ma ci sono notizie confortanti: i dati di un nuovo studio confermano che la necrosi miocitaria e le lesioni cardiache non sono persistenti.
Secondo una lettera pubblicata su JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery, più della metà dei pazienti con percezione alterata del gusto a lungo termine, auto-riferita in seguito a Covid, risulta avere effettivamente una funzione gustativa normale quando valutata con test psicofisici convalidati.
Omicron, in ordine di apparizione la penultima variante del SARS-CoV-2 potrebbe essere più difficile da individuare con i test antigenici rapidi, specie quelli nasali, mentre sarebbe più facilmente rilevabile con campioni salivari provenienti dalla faringe. È quanto suggerisce uno studio a cura di diverse università statunitensi, disponibile in preprint e condotto su un piccolo campione di persone vaccinate risultate positive a Covid durante l’impennata di contagi dovuta a Omicron. Secondo la ricerca, infatti, i test rapidi che utilizzano solo i tamponi nasali potrebbero non rilevare la variante nei primi giorni dell’infezione, facilitando la trasmissione dei contagi.
È stato l’istituto francese Ihu Méditerranée Infection a dare il nome alla nuova variante del virus che formalmente risponde alla sigla B.1.640.2. Pochi sono i casi identificati ma della variante si sa che presenta decine di mutazioni rispetto al virus originale, molte anche sulla proteina spike e che alcune potrebbero condizionare la sua capacità di trasmettersi e di sfuggire ai vaccini attuali.
Un'interessante analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine, riferisce della relazione tra l'escrezione urinaria di sodio nelle 24 ore (che viene utilizzata come surrogato dell'assunzione di sodio nella dieta) e il rischio cardiovascolare. Uno dei principali punti di forza di questa analisi è l'aumento della potenza dovuto alla raccolta di informazioni dei partecipanti a sei studi di coorte prospettici che hanno raccolto dati da almeno due misurazioni dell'escrezione urinaria di sodio nelle 24 ore. I risultati di questa analisi dovrebbero così rappresentare dati affidabili e ben potenziati sulla relazione tra assunzione di sale e malattie cardiovascolari.
Dopo quasi due anni di pandemia, la disfunzione olfattiva cronica (COD), presente cioè per più di 6 mesi, è emersa come uno dei sintomi del Covid a lungo termine. La perdita dell'olfatto è stata associata a una diminuzione della qualità generale della vita, a ridotta assunzione di cibo, a incapacità di rilevare gas e fumo nocivi, a maggiori preoccupazioni per l'igiene personale, a diminuzione del benessere sociale e a comparsa di sintomi depressivi.