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Roberto Pozzoni
Responsabile Unità operativa di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Artroscopica (C.T.S.)
IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano
Alfasigma News&Service: area muscolo scheletrica
Al servizio del medico al tempo del COVID-19
I mesi di lockdown adottati in tutto il mondo per controllare la diffusione del Covid-19 hanno interferito con la routine della maggior parte delle persone. Durante questo periodo molti di coloro che sono stati costretti a lavorare da casa hanno sofferto di mal di schiena, uno dei problemi più comuni che possono affliggere persone di tutte le età. Se nella popolazione anziana, la sintomatologia dolorosa può essere imputabile anche alla cattiva salute delle ossa, ben diverso è il caso della popolazione più giovane nella quale il dolore è in prevalenza favorito dalle lunghe ore trascorse in posizione seduta e dalle scarse scelte ergonomiche.
Questi ultimi due fattori hanno dimostrato di avere un grande peso: a confermarlo sono i risultati di una ricerca condotta da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica, secondo cui a soffrire di dolori posturali, anche prima del periodo di clausura forzata, è ben il 73% degli italiani - mal di schiena al primo posto (49%), seguito da dolori al collo (37%) e dolori alle articolazioni degli arti inferiori (29%).
L’errata postura, la sedentarietà e l’età avanzata, causa in particolare dei dolori articolari, sono alcuni dei fattori che hanno concorso al peggioramento dei sintomi. Chi non svolgeva regolare attività fisica prima del lockdown, inoltre, partiva da una situazione fisica svantaggiosa.
“C’è anche chi ha iniziato a fare attività fisica in casa, senza sapere però da che parte cominciare” ha affermato Roberto Pozzoni, responsabile del centro di traumatologia dello sport dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.
Invitati a riflettere sulle cause del proprio mal di schiena, i rispondenti nel 44% dei casi accusano la sedentarietà, associata a una postura scorretta (per il 34%) e a un aumento del peso corporeo (il 24%). Il 40% di chi già soffriva di qualche dolore ha riportato un peggioramento; il 47.7% ha risposto di aver sofferto come al solito e il 12.7% meno del solito. Durante l’isolamento, si è per lo più agito in autonomia per risolvere i sintomi: il 45% non ha chiesto a nessuno, anche perché già avvezzo a gestire questi disturbi posturali.
“La sintomatologia dovuta a vizi posturali e non a delle vere e proprie patologie può essere gestita efficacemente con automedicazioni - ha spiegato Roberto Pozzoni- adottando anche cautela con la ripartenza. La parola chiave è gradualità nel tornare all’attività di prima e anche nell’iniziarne una nuova. Occorre anche prestare attenzione alla correttezza dei movimenti, per evitare infortuni, e infine potenziare la muscolatura della colonna lombare e della parete addominale. Questi muscoli oltre a garantire buona postura, proteggono ultimo tratto della colonna, quello lombare, che maggiormente sopporta il carico del peso corporeo”.