I farmaci biologici rappresentano un approccio terapeutico per diverse malattie immunomediate della pelle, tra cui il caso più paradigmatico è quello della psoriasi.
Si stima che questa patologia interessi 3 italiani su 100. In passato erroneamente intesa come malattia essenzialmente cutanea, si accompagna frequentemente a diverse comorbidità (articolari o cardiovascolari, soprattutto) per cui occorre un trattamento terapeutico integrato e multidisciplinare. Grazie ai farmaci biologici da qualche anno è in atto una vera rivoluzione che sta consentendo ad un numero sempre crescente di pazienti di recuperare una qualità di vita soddisfacente. Per esempio nel Centro psoriasi al Policlinico di Milano, sono seguiti più di 1.500 pazienti e 900 sono in terapia biologica. Gli outcome mostrano come, specie con i farmaci più recentemente introdotti, nel 60-70% dei casi la pelle si pulisca completamente, mentre i restanti presentano comunque un ottimo miglioramento. Il ventaglio terapeutico presente e futuro per questa patologia è molto ampio e comprendono, tra gli altri, farmaci biologici anti-TNF, anti-interleuchina-17 e anti-interleuchina 23.
Grazie all’arrivo di un nuovo farmaco ad hoc, un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell’interleuchina-36, sembra aprirsi anche una maggiore possibilità di gestione della forma più rara e forse più grave, la psoriasi pustolosa, rimasta per molto tempo orfana di terapie specifiche.
Di anticorpi monoclonali e farmaci biologici in dermatologia, con le loro varie applicazioni cliniche anche oltre alla psoriasi, si è discusso anche nell'ambito del 96esimo Congresso della Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), tenutosi a Milano e presieduto da Angelo Valerio Marzano, Paolo Daniele Pigatto e Franco Rongioletti.