Epidemiologia dell’infezione da Hiv e stato dell’arte delle terapie
Giulia Marchetti
Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Milano
Direttore UO di Malattie infettive, Asst Santi Paolo e Carlo, Milano
I nuovi casi di Hiv sono in riduzione in Italia rispetto agli anni passati. A testimoniarlo è l’ultimo Bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità: si tratta di 3 nuove diagnosi su 100.000 abitanti, in linea con gli altri Paesi dell’Europa occidentale e molto inferiore rispetto a quanto riscontrato nei Paesi dell’est. Tuttavia, quasi il 60% delle diagnosi viene fatta tardivamente, quando il sistema immunitario è già compromesso o in presenza già di diagnosi già di Aids, il che implica una minore o più lenta efficacia delle terapie. È perciò importante fare emergere il sommerso, facendo fare i test ogni qualvolta ci siano sospetti e in questo il Mmg può svolgere un ruolo primario, conoscendo i possibili campanelli d’allarme, visto che si tratta di una malattia che può contare ormai su terapie molto efficaci, soprattutto in presenza di una diagnosi precoce. Questo argomento è stato ampiamente trattato anche nell’ambito dell’ultimo congresso Icar, in cui si è anche fatto il punto sulle nuove terapie.