Al servizio del medico al tempo del COVID-19
In una situazione emergenziale come quella vissuta nel recente passato, con le forti limitazioni alla vita sociale, ai contatti, agli impegni al di fuori delle mura domestiche, in molti sono stati vittime di alterazioni dei ritmi quotidiani, del sonno, delle abitudini, delle relazioni, del benessere psico-fisico. Ed ecco che il disagio ha portato ad un profondo malessere accompagnato all’ansia, all’insicurezza e che, oltre a compromettere ulteriormente la qualità della vita, è spesso in grado di diventare un vero e proprio rischio per la salute.
Per altre categorie di persone lo stress e il malessere sono derivati dall’aver quotidianamente sperimentato l’emergenza e le conseguenze della pandemia; medici, personale di assistenza, infermieri, forze dell’ordine e soccorritori, sono stati esposti ad alti livelli di eventi stressogeni e/o traumatici in grado di avere influenze profondamente negative sulla salute e sul benessere mentale.
I risultati di una recente indagine italiana hanno dimostrato l’entità dei sintomi correlati allo stress, dei sintomi della depressone, dell’ansia, dell’insonnia. Basandosi su un questionario – compilato da circa 1400 operatori sanitari - sono stati raccolti dati demografici, caratteristiche del luogo di lavoro (operatorie di prima o seconda linea), informazioni circa le conseguenze dirette di Covid-19, inclusa la malattia o la morte di colleghi.
I principali risultati sulla salute mentale sono stati i sintomi post-traumatici da stress (PTSS), la depressione, l’ansia, l’insonnia e lo stress percepito.
La PTSS è stata la condizione che ha raccolto la più alta percentuale di positività, pari al 49.38%; a seguire sono stati evidenziati depressione (24.73%), ansia (19.80%), insonnia (8.27%), ed elevata percezione di stress (21.90%).
La giovane età e il sesso femminile sono risultati i due elementi associati con particolare intensità ai sintomi indagati, ad eccezione dell’insonnia. I medici di medicina generale sono risultati essere le figure professionali più colpite dalla sindrome post-traumatica da stress (OR, 1.75; p = 0.04), mentre infermieri e altri operatori sanitari soffrivano di grave insonnia (rispettivamente OR, 2.03; p = 0.02 e OR, p = 0.04). La morte di un collega era associata a PTSS (OR, 2.60; p = 0.007), sintomi depressivi (OR, 2.07; p =0.04) e insonnia (OR, 2.94; p= 0.02). L’ospedalizzazione di un collega era associata a PTSS (OR, 1.54; p= 0.01) ed elevata percezione di stress (OR, 1.93; p= 0.001) mentre la quarantena di un collega si associava a PTSS (OR, 1.59;p= 0.001), depressione (OR, 1.38; p = 0.047) ed elevato stress (OR, 1.66; p= 0.002). L’essere esposti al contagio si traduceva nella comparsa di di sintomi di depressione (OR 1.54; p= 0.01).
Questi risultati si sono dimostrati totalmente allineati con i primi riscontri diffusi dai medici cinesi, a conferma che una parte sostanziale dei problemi di salute conseguenti alla diffusione mondiale dell’infezione da SARS-CoV-2 non riguarda la sfera fisica ma coinvolge la salute mentale, con particolare evidenza tra i giovani, le donne e gli operatori sanitari che si sono prodigati in prima linea durante la pandemia.
Proprio per la gestione di queste problematiche è stato creato il gruppo di lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità Salute mentale ed emergenza Covid-19 che ha stilato un programma di intervento dei Dipartimenti di Salute Mentale per la gestione dell’impatto da epidemia COVID-19 sulla salute mentale.
Bibliografia
- Rossi R, et al. Mental Health Outcomes Among Frontline and Second-Line Health CareWorkers During the Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Pandemic in Ital. JAMA Network Open. 2020; 3(5): e2010185. doi:10.1001/jamanetworkopen.2020.10185 (
- Rapporto ISS COVID-19 • n. 23/2020. Indicazioni di un programma di intervento dei Dipartimenti di Salute Mentale per la gestione dell’impatto da epidemia COVID-19 sulla salute mentale Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19. Versione del 6 maggio 2020