Sebbene l'equità in relazione al vaccino per il Covid sia migliorata a livello globale con il progredire della pandemia, secondo gli esperti sono rimaste alcune disparità nell'accesso. A metà ottobre, il comitato di emergenza dell'OMS si è riunito per discutere l'evoluzione della situazione del Covid. Prima dell'incontro, il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è rivolto al comitato e ha affermato che sono stati fatti molti progressi, ma ha ricordato loro che c'è ancora molto da fare.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa dell'osteoporosi ogni tre secondi nel mondo si verifica una frattura da fragilità. Visto l’alto numero di pazienti con osteoporosi, con un aumento dei costi sociali ed economici, non solo per la spesa sanitaria generata dai ricoveri, ma anche per la gestione della disabilità e per la perdita di autonomia che ne derivano, l’ASST Gaetano Pini-CTO ha scelto di valorizzare il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti affetti da malattie scheletriche già attivo trasformando l’unità operativa “Osteoporosi e Malattie Metaboliche dell’Osso” da unità semplice a complessa.
I vaccini antinfluenzali richiedono una ri-somministrazione annuale perché i virus circolanti, in particolare l'influenza A(H3N2), subiscono una rapida deriva antigenica che richiede la riconfigurazione del vaccino. Tuttavia, già nel 1970, alcuni studi suggerivano che la vaccinazione ripetuta potrebbe ridurne l'efficacia. Un team australiano ha voluto stimare la riduzione dell'efficacia del vaccino associata alla vaccinazione ripetuta contro l'influenza in una revisione sistematica con meta-analisi, distinguendo tra quattro situazioni: vaccinazione durante la stagione in corso, stagione precedente, in corso e precedente stagioni e in nessuna stagione (riferimento).
Età compresa fra 55 e 75 anni, fuma un pacchetto di sigarette al giorno da più di 30 anni o è stato un forte fumatore che ha smesso da meno di 15 anni. È l’identikit del candidato per l’inserimento nel programma ministeriale RISP (Rete Italiana Screening Polmonare). Il reclutamento ha l’obiettivo di coinvolgere oltre 7300 persone, monitorandole periodicamente con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, LDCT) per intercettare la neoplasia polmonare.
I continui progressi della medicina di laboratorio consentono oggi di verificare con esattezza la risposta immune dell’organismo per valutare l’efficacia della vaccinazione nell’uomo. Non solo scoprire la presenza di virus e anticorpi, dunque, dato che di per sé non si è rivelato fondamentale, ma l’intera la risposta immune rispetto alla malattia e alla vaccinazione contro il Covid.
Secondo una ricerca pubblicata sull'European Journal of Preventive Cardiology, bere da due a tre tazze di caffè al giorno è una premessa per una maggiore durata della vita e un minor rischio di malattie cardiovascolari. "In questo ampio studio osservazionale, le bevande a base di caffè macinato, istantaneo e decaffeinato sono state associate a riduzioni equivalenti nell'incidenza di malattie cardiovascolari e morte per malattie cardiovascolari o per qualsiasi causa", ha affermato l'autore dello studio, il professor Peter Kistler del Baker Heart and Diabetes Research Institute, Melbourne, Australia.
Perché alcune persone si ammalano gravemente di Covid, mentre altre non hanno alcun sintomo? La risposta potrebbe risiedere nelle proteine alle quali il nostro sistema immunitario è stato precedentemente esposto. Un recente studio su Frontiers in Immunology rileva che cibi, vaccini, batteri e virus comuni possono tutti attivare il nostro sistema immunitario inducendolo a contrattaccare l’invasione del SARS-CoV-2. Questi agenti contengono tutti proteine simili a quelle che si trovano in SARS-CoV-2. E questo fa sì che l'esposizione a queste proteine può addestrare il nostro sistema immunitario a rispondere quando incontra il virus. Lo studio apre la strada a nuove immunoterapie o vaccini che portano a un'immunità più forte contro il Covid.