
Si tratta della seconda occasione consecutiva dopo quella di Ottobre 2022 ad Anversa in cui i ricercatori europei affidarono il primo premio per la categoria poster ad un lavoro tutto italiano sulla presa in carico territoriale dei pazienti Covid nelle prime ondate della pandemia.
La ricerca premiata si è occupata di indagare come vengano scelti gli oggetti e l’arredamento degli studi professionali dei medici di famiglia italiani, elementi che costituiscono parte integrante del contesto di cura attraversato ogni giorno da decine e decine di pazienti. “Che cosa ti piace del tuo ambulatorio? Cosa non ti piace? Che cosa cambieresti?” sono solo alcune delle domande sottoposte ai medici che hanno accettato di partecipare. I ricercatori hanno deciso di analizzare le risposte ottenute associandole a scatti fotografici ritraenti gli ambulatori in questione e sono riusciti ad ottenere un elenco di buone pratiche da seguire per progettare un ambiente accogliente e adatto allo scopo. L’armonia delle forme e dei colori del poster presentato, insieme alle fotografie e all’innovativo contenuto scientifico, hanno catalizzato l’attenzione dei colleghi europei durante i lavori congressuali.
La vittoria conquistata conferma un certo fermento tra i medici di famiglia italiani, che sono pronti a confrontarsi con i colleghi a livello internazionale. Il gruppo di ricerca costituitosi a Modena su iniziativa di alcuni medici di medicina generale si sta allargando e conta oggi della collaborazione di esponenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Azienda Unità Sanitaria Locale.
"Questa duplice vittoria in sei mesi risulta un po' amara - sottolineano gli autori dello studio - visto che lo sforzo di ricerca e pubblicazione dei e delle modenesi è totalmente auto-finanziato e destrutturato: l’Italia infatti rimane l’unica nazione in Europa a non riconoscere la medicina generale tra le discipline universitarie e, di conseguenza, a non investire nel potenziale della ricerca che questa categoria di professionisti potrebbe condurre se fosse supportata ufficialmente a livello accademico. Nonostante ciò, mentre aspetta il cambiamento la medicina generale sta cambiando e i suoi giovani professionisti continuano ad investire nella loro formazione e nel loro curriculum con l'orizzonte europeo come riferimento".