Atto di indirizzo senza indugi per la sanità territoriale
Il segretario nazionale Francesco Esposito ha aperto i lavori sottolineando la confusione e l’incertezza che regnano nel settore, con un quadro politico e socio-economico estremamente complesso e pericoloso per la salute pubblica. Secondo i dati più recenti, la soddisfazione degli italiani per il proprio stato di salute è in calo, mentre molte famiglie rinunciano a cure essenziali: il 28,2% ha rinunciato a cure odontoiatriche, il 27,2% a controlli medici di prevenzione, e il 22,3% a visite specialistiche. Questi numeri sono il risultato di decenni di tagli e di una regionalizzazione spinta che ha frammentato e depotenziato la rete di assistenza territoriale e ospedaliera. La conseguenza è una riduzione delle risorse sul territorio, con tagli ai posti letto e una carenza di personale, aggravata da una formazione inadeguata e da una mancanza di risorse per il rinnovo contrattuale.
"Servirebbe da parte della politica un grande sforzo progettuale e finanziario - ha dichiarato Esposito - ma, come dimostra l’ultimo documento delle Regioni sulla medicina generale, la direzione intrapresa è quella del cambiare tutto a danno dei medici, per non cambiare nulla a vantaggio dei cittadini”.
“Da Napoli lanciamo una proposta chiara - continua il segretario di Fismu - niente abusi sul ruolo unico, che deve essere solo uno strumento per andare verso un contratto unico della medicina generale sul modello della specialistica ambulatoriale, con ferie, malattie e tutele: ma anche superamento della formazione specialistica regionale a favore della scuola di specializzazione sul modello europeo, fine dei compiti burocratici impropri, più risorse per personale amministrativo e infermieristico, sgravi fiscali; e sul piano dell’assistenza: riorganizzazione dei servizi in rete con l’emergenza-urgenza, la continuità assistenziale, la specialistica ambulatoriale, guardando a tutte l’esperienze positive sul territorio di Unità complesse di cure primarie (Uccp) e Aggregazioni funzionali territoriali (Aft). Da lì si deve partire per ripensare l’efficacia e l’utilità delle Case di Comunità, altro che lo specchietto delle allodole della dipendenza”.
Esposito ha evidenziato anche le difficoltà della dirigenza medica, che vive un momento di grande sofferenza. Il ritardo nel rinnovo dei contratti pubblici, la carenza di risorse e le criticità legate al personale stanno impoverendo in modo inaccettabile i medici pubblici. L’inflazione e l’aumento dei costi di vita hanno ulteriormente eroso il reddito dei professionisti, spingendo molti giovani a cercare opportunità all’estero.
Tra le richieste principali, Fismu propone di:
1. Accorpare i due trienni contrattuali della dirigenza medica, per contrastare l’impoverimento della categoria e garantire maggiore stabilità.
2. Riformare la medicina generale, introducendo specializzazioni, più risorse e meno burocrazia.
3. Promuovere un modello di assistenza territoriale integrata, con una riorganizzazione dei servizi in rete, valorizzando le esperienze di Unità complesse di cure primarie (Uccp) e Aggregazioni funzionali territoriali (Aft).
4. Superare la formazione specialistica regionale, adottando un modello europeo più efficace.
5. Eliminare compiti burocratici impropri, aumentare le risorse per personale amministrativo e infermieristico, e introdurre sgravi fiscali.