A pensarla così è lo Snami che ribadisce le proprie perplessità su questa opportunità, adottata già dalla Lombardia e adesso, in via sperimentale, dalla Liguria. "È ora di piantarla - ha dichiarato il presidente Snami Angelo Testa - di surrogare le inefficienze organizzative del Ssn e cedere a pressioni di figure terze".
L’aumento vertiginoso dei contagi Covid, durante queste settimane, richiede alcune accortezze che vengono riassunte dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) per guidare i colleghi e i cittadini nella gestione di questo momento delicato. "Un piano anti-Covid - precisa Ignazio Grattagliano Coordinatore attività Covid-19 Simg - deve comunque essere continuativamente presente nell’attività giornaliera della Medicina Generale".
"L’impatto dell'attuale ondata epidemica non è solo assistenziale, ma mette a rischio la produttività stessa del Paese". A sottolinearlo è la Fimmg, commentando i dati allarmanti della survey condotta da 'Net Medica Italia', piattaforma informatica di Fimmg, su un gruppo di medici di famiglia, da cui emerge che tra il 1° giugno e l’11 luglio del 2022 i certificati di astensione per malattia dei dipendenti pubblici e privati si sono quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2021, arrivando a quintuplicarsi nella prima settimana di luglio. Di qui l’appello del sindacato a "recuperare il terreno perso con le vaccinazioni anti Covid".
"Tra poco scopriremo che anche la siccità è colpa dei Mmg", è una battuta che disvela un profondo senso di amarezza quella pronunciata dal segretario generale Fimmg, Silvestro Scotti, all’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Linee Guida per l’attuazione del FSE. Il Gruppo di lavoro, istituito presso il comitato interministeriale per la transizione digitale, imputa ai medici di famiglia le criticità emerse nell'alimentazione del Profilo Sanitario del terzo trimestre del 2021 perché i Mmg "hanno scarse e limitate competenze digitali" e "sono poco abituati a lavorare con la tecnologia". Per la FNOMCeO si tratta di “affermazioni infondate” e “sottolineature non reali”.
A dare la notizia Cristina Patrizi, segretario Regionale Smi-Lazio, che ha dichiarato: “Abbiamo scritto all’Assessore alla Salute della Regione, Alessio D’Amato e ai vertici della sanità laziale per chiedere la convocazione urgente del tavolo di concertazione e per riaprire la trattativa tra la parte pubblica e le organizzazioni sindacali dei medici. Siamo pronti allo stato di agitazione ed a un nuovo sciopero anche per quanto riguarda il lavoro telematico, a partire dalla sospensione delle funzioni certificative e tutte quante le incombenze burocratiche connesse allo stato Covid”.
La chiusura delle Usca, l'impennata dei casi Covid e la circolare della Regione Veneto che autorizza le Ulss a far fronte a tale situazione, utilizzando medici con incarichi di lavoro autonomo o con incarichi di collaborazione coordinata e continuativa e/o libero professionale, in aggiunta agli incarichi di continuità assistenziale già in essere, hanno innescato una dura protesta dei sindacati dei Mmg. Smi si dice pronto a riattivare lo stato di agitazione, Fimmg lamenta il non coinvolgimento dei rappresentanti di categoria e dichiara di non essere più disponibile a rincorrere la Regione Veneto invocando ascolto, Snami giudica l'operato della Giunta regionale sconsiderato.
A pensarla così è Ornella Mancin, Mmg, coordinatrice della medicina di gruppo integrata di Cavarzere (VE) che, in un articolo inviato a M.D. Digital, denuncia quanto, con la chiusura delle Usca, il carico di lavoro dei medici di famiglia stia diventando insostenibile, al punto che un gruppo di colleghi del veneziano, in una missiva inviata al direttore generale e ai sindaci della zona, minaccia di "mollare" se non si pone rimedio a tale situazione.