
Diversificare e internazionalizzare. Questi gli imperativi categorici per il prossimo futuro di Fidia (Farmaceutici Italiani Derivati Industriali Affini), azienda farmaceutica italiana con sede ad Abano Terme (Pd), impegnata da sempre in ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti a base di acido ialuronico e suoi derivati. Erano i primi anni ’90 quando, tra tangentopoli e mucca pazza, l’azienda dovette abbandonare il Cronassial, farmaco indicato per la cura di malattie neurodegenerative che arrivò a valere, da solo, l’85 per cento del fatturato del gruppo. Oggi, però, è tutta un’altra storia, frutto di una nuova proprietà subentrata dopo 5 anni di amministrazione controllata: prima una cordata di imprenditori composta da Francesco Pizzocaro, Pietro Paolo Rossi, la famiglia padovana Arengi assieme a Efibanca-Bnl. Oggi, una governance saldamente nelle mani della famiglia Pizzocaro.
Si riparte dall’acido ialuronico
A raccontarci evoluzione e prospettive, Carlo Pizzocaro (Foto), classe 1969, milanese di nascita, laurea in Chimica a Pavia, primogenito di Francesco nonché presidente e amministratore delegato di Fidia farmaceutici dal 2016.
“Negli anni ’90, prima della crisi, Fidia era la quarta azienda italiana per fatturato”, ricorda Pizzocaro. “Dopo il crollo, siamo arrivati noi, ricominciando dall'unico prodotto di origine animale che era sostanzialmente rimasto, ovvero l'acido ialuronico, estratto dalle creste gallo, mentre il Cronassial derivava dal cervello delle mucche”.
L’azienda ha conquistato, negli anni, la leadership mondiale nella riparazione tissutale e nella terapia infiltrativa con acido ialuronico (viscosupplementazione) per il trattamento dell’osteoartrosi. Sempre in relazione all’acido ialuronico, nel tempo il gruppo ha cominciato a dedicarsi anche ad altre aree, quali la salute della pelle, l’oftalmologia, la medicina estetica, l’uro-ginecologia e le neuroscienze. Più recentemente, Fidia ha fatto il suo ingresso nel settore della medicina rigenerativa, con tecnologie innovative che consentono per ogni singolo paziente un approccio “su misura”.
Cresce il fatturato, si afferma il mercato estero
Con poco più di 1.700 dipendenti e quattro stabilimenti produttivi in Italia, l’azienda detiene circa 1.400 brevetti, di cui oltre 1.200 legati all’acido ialuronico: un quarto delle siringhe per il trattamento delle patologie osteoarticolari nel mondo è prodotto ad Abano Terme. “Lo scorso anno il nostro fatturato è stato pari a 463,5 milioni di euro, per il 51,7% registrato in Italia”, precisa Pizzocaro. “Nei primi sei mesi di quest’anno, il fatturato estero è già al 58%. Questo è il frutto di una crescita a livello internazionale, che ha visto espandere la nostra presenza commerciale in oltre 120 Paesi nel mondo, grazie a filiali in aree ad alto valore strategico e a un consolidato network di partner e distributori”.
Acquisizioni in serie
Dal 2016 è stata fatta una serie di acquisizioni, grazie agli utili che gli azionisti reinvestivano e reinvestono nell’azienda. “Si è cominciato con Biofarmitalia, sede a Paderno Dugnano, in provincia di Milano, tra i migliori produttori al mondo di cerotti transdermici”, spiega Pizzocaro. “Nel 2018, poi, Fidia rileva Soluciones Bioregenerativas SL, società spagnola specializzata nella produzione di Prp, ovvero plasma arricchito in piastrine che, combinato con l’acido ialuronico, ha consentito di ampliare l’offerta di soluzioni in ambito osteoarticolare, dermoestetico e uro-ginecologico. Vengono poi acquisiti cortisonici dismessi da Sanofi quali, per esempio, Urbason e Flubason che ci hanno aiutato nel farci riconoscere all’estero. Nel 2017 compriamo Sooft, rafforzando la presenza in oftalmologia con colliri, integratori e dispositivi medici. Nel 2019 rileviamo i farmaci Tobradex e Tobral da Novartis, poi via via altre piccole operazioni fino al 2024, con l’acquisizione, prima, del business oftalmico di Sanifarma e dei brand Contacta e Correct che includono, tra i prodotti, linee di lenti a contatto giornaliere. Poi, sempre con Novartis, l’accordo per la distribuzione di sei specialità medicinali oftalmologiche per il trattamento del glaucoma e con Sanofi per l'acquisizione di un portafoglio di farmaci etici principalmente utilizzati in area ginecologica, distribuiti in più di 50 Paesi, alcuni già presidiati con filiali o distributori quali, per esempio Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Marocco, ma anche altri in cui l’azienda entra per la prima volta, specialmente nell’Africa Sub-sahariana, aree strategiche perché con una crescita demografica sostenuta nel lungo periodo.
Ricerca e sviluppo: anche l’oncologia all’orizzonte
La pipeline di Fidia è molto ampia e comprende farmaci, dispositivi medici e integratori alimentari, frutto della propria R&S e della collaborazione con centri di eccellenza internazionali. “Fidia è oggi l'unica azienda italiana con un prodotto oncologico in fase 3 negli Stati Uniti, guarda caso a base di acido ialuronico coniugato con un chemioterapico, il tassolo”, dice Pizzocaro. “L’indicazione è per il carcinoma in situ della vescica refrattario al trattamento standard. Il tassolo non si scioglie in acqua, ma la coniugazione con l’acido ialuronico lo rende idrosolubile permettendogli, attraverso instillazioni intravescicali mirate, di colpire direttamente le cellule tumorali con ottimi risultati sia di efficacia che di tollerabilità. Stessa combinazione, leggermente modificata, è allo studio per il trattamento del mesotelioma. Abbiamo in corso la fase sperimentale e, seguendo le indicazioni ricevute dall’ Ema, contiamo di poter partire al più presto con uno studio clinico: l’obiettivo non sarà debellare la malattia, ma allungare la vita del paziente e migliorarne la qualità. Infine, stiamo sviluppando, come alternativa alla chirurgia, un trattamento a base di acido ialuronico e collagenasi per la contrattura di Dupuytren, condizione dolorosa e invalidante, che comporta la flessione permanente di una o più dita della mano con conseguente limitazione della sua funzionalità”.
La cultura dell’inclusione
Tutti questi risultati sono frutto di un processo culturale maturato in azienda, che, come sottolinea Pizzocaro, ha voluto mettere al centro le persone che ne fanno parte: “I valori di Fidia sono alla base della sua identità aziendale. Crediamo nella valorizzazione delle persone e le incoraggiamo costantemente, sia attraverso percorsi di formazione e sviluppo, sia attraverso la creazione di un ambiente che sostiene diversità, equità, e inclusione. Tre aggettivi per definire Fidia? Direi un'azienda entusiasta, perché senza l'entusiasmo non saremmo riusciti ad arrivare fin qui, passionaria e visionaria, con un occhio sempre rivolto al futuro”.
Nicola Miglino