Con l’intervento psicologico meno visite, farmaci e accessi al Ps
I dati preliminari mostrano una variazione statisticamente significativa nell'utilizzo di alcuni dei più comuni servizi sanitari. Rispetto al trimestre precedente all'inizio del percorso, il numero medio degli accessi al pronto soccorso si è ridotto del 50%. Anche il ricorso agli esami di laboratorio ha mostrato una diminuzione complessiva del 15%, tendenza confermata in tutti i sottogruppi di genere ed età. Per i partecipanti over 35, si è registrata inoltre una diminuzione di circa il 10% nelle visite specialistiche.
Il trend positivo si riflette anche sull'uso dei farmaci: nel campione totale, nelle donne e nel gruppo degli over 35, è diminuito il numero di persone che dichiarano di assumere farmaci prescritti con regolarità. Si è ridotto anche il numero di chi assume farmaci di automedicazione "molto spesso" e "spesso", sia nei sottogruppi che nel campione totale.
Accanto agli indicatori sanitari, lo studio ha raccolto il punto di vista soggettivo dei partecipanti sul proprio stato di salute psicofisica. A distanza di almeno sei mesi dall'inizio del percorso, oltre tre persone su quattro (76%) hanno dichiarato di percepire un miglioramento complessivo del proprio benessere. Le aree maggiormente interessate da effetti positivi sono la gestione dello stress (83%), la riduzione dell'ansia (79%) e il miglioramento del tono dell'umore (78%). L'efficacia percepita del percorso psicologico nel migliorare la qualità della vita è stata valutata con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 1 a 10, con il 70% delle risposte concentrate nelle fasce più alte (8, 9 e 10).
La Prof.ssa Michela Di Trani di Sapienza Università di Roma, responsabile scientifico della ricerca, ha sottolineato come lo studio sia un primo passo per esplorare in ottica retrospettiva variabili legate alla salute psicofisica, evidenziando che i risultati, sebbene preliminari, tracciano un trend incoraggiante per future ricerche. Danila De Stefano, CEO & Founder di Unobravo, ha commentato che il benessere psicologico si traduce in un cambiamento nel rapporto con la salute fisica e con il sistema sanitario, invitando a riflettere sull'impatto strutturale che la psicologia può avere se integrata in modo più sistemico.