Cancerogeni nascosti nelle nostre abitudini quotidiane
Lo studio "Taking Stock": dettagli e rilevazioni
Il "Taking Stock Study" ha documentato l'uso di prodotti di bellezza tra 70 donne nere e latine di Los Angeles. Le partecipanti hanno registrato l'uso dei prodotti per una settimana tramite un'applicazione personalizzata, fornendo dettagli come il nome del prodotto, la frequenza d'uso e foto delle etichette degli ingredienti. L'obiettivo primario era identificare la presenza di formaldeide e Frp e la loro frequenza d'uso.
Nonostante solo l'1% circa (1 su 1143) dei prodotti unici usati contenesse formaldeide (una colla per ciglia) e il 3,7% (41 su 1143) contenesse Frp, il dato più allarmante è che il 53% delle donne ha utilizzato almeno un prodotto con questi ingredienti. Questo significa che poche referenze sono molto diffuse e usate intensamente. Ad esempio, una donna ha usato tre diversi prodotti con Frp, e ben sette ne hanno usati due.
Prodotti frequentemente citati con Frp includevano lozioni (20 prodotti), saponi per il corpo o gel doccia (6) e shampoo (3). L'uso è stato spesso ripetuto: oltre il 70% dei prodotti con Frp è stato usato almeno due volte durante la settimana di studio. La dottoressa Dodson evidenzia come sia "veramente preoccupante" avere formaldeide in prodotti che restano sulla pelle per ore o giorni, come le lozioni. I Frp più comuni identificati sono stati Dmdm idantoina, diazolidinil urea e imidazolidinil urea.
Perché sono presenti nei prodotti e quali sono i rischi
Le aziende incorporano formaldeide e Frp nei prodotti principalmente per inibire la crescita microbica e prolungarne la durata di conservazione o per scopi funzionali. Possono anche avere scopi funzionali, come nelle piastre per capelli. Tuttavia, la formaldeide è un noto cancerogeno, e studi precedenti hanno collegato la sua esposizione a un aumento del rischio di neoplasie nasofaringee, sinonasali e linfoematopoietiche.
Dodson fa notare che questi non sono "marchi di nicchia" ma prodotti molto comuni e popolari. Il problema maggiore per i consumatori è la difficoltà di identificare questi ingredienti. Nomi come "Dmdm idantoina" sono complessi e poco significativi per la maggior parte delle persone. La dottoressa Dodson propone etichette più chiare, come "contiene rilasciatori di formaldeide".
Dodson non crede che le aziende agiscano con "malizia", ma fanno ciò che è loro permesso. Questo evidenzia la necessità di un intervento governativo, poiché l'onere di scegliere prodotti sicuri non dovrebbe ricadere sul consumatore.
Regolamentazioni e prospettive future
Negli ultimi dieci anni, agenzie come l'Occupational Safety and Health Administration e la Fda hanno cercato di limitarne l'uso, in particolare nei prodotti per lisciare i capelli. La Fda ha sconsigliato i "Brazilian blowouts" nel 2021 e ha proposto un divieto di formaldeide in tali prodotti. L'Unione Europea ha bandito la formaldeide nei cosmetici già nel 2009, richiedendo avvertenze per i prodotti contenenti Frp con concentrazioni superiori allo 0,001%. Anche stati come la California e Washington hanno emesso divieti.
Dodson e i suoi colleghi stanno ora conducendo uno studio di intervento per aiutare le donne a scegliere prodotti con ingredienti più sicuri, specialmente per i prodotti per lisciare i capelli. Sebbene la prevalenza di queste sostanze chimiche sembri essere in calo rispetto a 15 anni fa, la dottoressa Dodson spera che questa tendenza continui. "È davvero sorprendente che, come società, permettiamo questi agenti cancerogeni nei nostri prodotti di uso quotidiano", conclude.
Bibliografia
Dodson RE, et al. Formaldehyde and Formaldehyde Releasing Preservatives in Personal Care Products Used by Black Women and Latinas. Environ Sci Technol Lett 2025; DOI:10.1021/acs.estlett.5c00242