EvdStoricamente, le donne sono state sottorappresentate negli studi clinici sulle malattie cardiovascolari (Cvd), nonostante sopportino un carico sproporzionato di molte forme di queste patologie. Questo fenomeno è stato oggetto di crescente attenzione, e un recente studio presentato al congresso Esc 2025 ha sistematicamente valutato la rappresentazione femminile in un'ampia gamma di trial cardiovascolari per comprendere meglio lo stato attuale e le eventuali tendenze di miglioramento.

Metodologia e panoramica dei dati
La Professoressa Martha Gulati del Cedars-Sinai Smidt Heart Institute di Los Angeles ha presentato i risultati di una revisione sistematica che ha identificato 1.079 studi randomizzati in aree correlate (cardiovascolare, cardiometabolico e obesità) registrati su ClinicalTrials.gov tra il 2017 e il 2023. Su un totale di 1.396.104 partecipanti, il 40,9% erano donne.
L'analisi ha rivelato ampie variazioni nella partecipazione femminile a seconda di diversi fattori:
• tipo di intervento: la partecipazione femminile era più comune negli studi che esaminavano interventi sullo stile di vita (55,8%) e meno comune negli studi relativi a procedure (28,4%);
• fascia d'età: le donne tra i 19 e i 55 anni hanno mostrato i tassi di partecipazione più elevati (46,7%), mentre la partecipazione più bassa è stata osservata nelle donne di età compresa tra 61 e 65 anni (32,2%);
• regione geografica: la partecipazione femminile era più comune negli Stati Uniti (45,4%) e meno comune in Asia (28,8%);
• tipo di sponsor: gli studi condotti da istituti di ricerca hanno registrato la più alta partecipazione femminile (49,9%), mentre solo il 6,6% dei partecipanti negli studi guidati dal governo erano donne.

Rapporto tra partecipazione e prevalenza (Ppr)
Un aspetto cruciale dello studio è stato l'analisi del rapporto tra partecipazione femminile e prevalenza della malattia (Ppr), stimato in base alla prevalenza relativa della malattia per sesso nella regione. C'è stata una tendenza verso un aumento del Ppr femminile dal 2017 al 2023 (p=0,056).
Tuttavia, il Ppr complessivo ha mostrato disparità significative a seconda della condizione:
• bassi Ppr sono stati riscontrati per studi su aritmie (0,59), malattia coronarica (0,66) e sindrome coronarica acuta (0,71);
• Ppr adeguati per lo scompenso cardiaco (0,80);
• Ppr elevati per l'obesità (1,30) e l'ipertensione polmonare (1,44).

Conclusioni e prospettive future
Gli autori dello studio concludono che esiste una vasta variazione nella rappresentazione femminile negli studi cardiovascolari in base allo stato della malattia, all'intervento, alla regione e al tipo di sponsor. Sottolineano che una migliore comprensione delle ragioni di queste differenze potrebbe consentire l'implementazione di strategie mirate per migliorare la rappresentazione femminile a livello globale e in tutte le aree terapeutiche. Questo è fondamentale per garantire che i risultati della ricerca cardiovascolare siano pertinenti ed efficaci per l'intera popolazione.