In uno studio pubblicato su Nature Medicine, un team di ricercatori del Center for Phage Biology and Therapy di Yale ha scoperto un nuovo approccio che potrebbe rivoluzionare la lotta contro la resistenza antimicrobica.
È recente la scoperta da parte di un team di ricercatori che alcune combinazioni di malattie, in particolare quelle cardiometaboliche come il diabete e le malattie cardiache, potrebbero più che raddoppiare la probabilità di una futura diagnosi di depressione. L'assistenza sanitaria, ha detto uno degli autori, spesso tratta la salute fisica e mentale come cose completamente diverse, ma questo studio dimostra che bisogna cercare di anticipare e gestire la depressione nelle persone con malattie fisiche.
L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano pone l'accento su un tema sempre più rilevante: il tumore del rene, una patologia in crescente incidenza che in Italia registra oltre 13 mila nuove diagnosi ogni anno, con una prevalenza maggiore negli uomini con un rapporto di circa 2 a 1. Pur colpendo principalmente adulti e anziani, esistono forme più rare che interessano anche i giovani. I fattori di rischio più comuni includono fumo, obesità, ipertensione oltre che una predisposizione genetica, al momento definibile in una piccola percentuale di pazienti.
Studi precedenti hanno esaminato come i fattori di rischio individuali influenzano la mortalità, ma pochi hanno esaminato l'effetto cumulativo del controllo di più rischi contemporaneamente. Sulla base di queste sfide, c'è un urgente bisogno di indagare se la gestione di una gamma più ampia di rischi per la salute possa ridurre o eliminare la mortalità prematura tra gli individui con ipertensione.
Si avanza l’ipotesi di ridefinire i cutoff del Bmi per i giovani atleti maschi, portandoli a valori più elevati rispetto alla popolazione generale per definire correttamente sovrappeso e obesità. Un gruppo di ricercatori ha calcolato che dovrebbe essere usato un cutoff del Bmi di 33,7 kg/m2 per diagnosticare l'obesità in questa categoria di soggetti.
I ricercatori della Cleveland Clinic hanno identificato un microbioma renale che svolge un ruolo sia nella salute dei reni che nella formazione di calcoli renali. Condotto da Aaron Miller e José Agudelo, lo studio fornisce una forte evidenza che il tratto urinario non è sterile, con comunità batteriche presenti in natura anche in individui senza condizioni urologiche. I risultati, pubblicati su Nature Communications, hanno importanti implicazioni per la nefrologia, l'urologia e la gestione delle malattie infettive.
L'analisi Ecg basata sull'intelligenza artificiale può raggiungere un'elevata precisione, ma spesso fornisce risultati senza illustrare il suo ragionamento. Senza spiegazioni chiare, i medici esitano a fidarsi di questi strumenti. Per colmare questo divario, alcuni ricercatori stanno lavorando per rendere l'intelligenza artificiale più interpretabile.