Il disturbo depressivo maggiore (Mdd) presenta un notevole dimorfismo sessuale nella prevalenza, con le donne che manifestano un rischio di sofferenza doppia rispetto agli uomini nel corso della vita. È riconosciuto che la sintomatologia depressiva varia ampiamente a livello interindividuale, ma fino ad ora, la ricerca genetica coerente finalizzata a spiegare il ruolo differenziale dei fattori ereditari tra i sessi era limitata.
Per trasformare l'assistenza alla demenza di Alzheimer, emerge l'urgente necessità di un approccio più proattivo, specialmente a livello di assistenza primaria, identificata come la "sentinella sul territorio", fondamentale per intercettare i primi segnali di declino cognitivo.
L'aggiornamento statistico 2025 della Heart Failure Society of America (Hfsa), pubblicato nel Journal of Cardiac Failure, sottolinea l'aggravarsi del peso dell'insufficienza cardiaca (Hf), sottolineando le disparità e la necessità di un'azione incisiva in termini di prevenzione e trattamento. Il report integra sezioni su amiloidosi cardiaca, cardiomiopatia ipertrofica, test genetici e modellizzazione economica.
L'esposizione ubiquitaria alle microplastiche (Mp) — definite come particelle polimeriche inferiori a 5 mm — ha sollevato interrogativi significativi riguardo il loro potenziale impatto sulla salute umana. Nell'ambito del progetto microONE, uno studio pionieristico è stato condotto per analizzare direttamente l'interazione di diverse tipologie di microplastiche con il microbioma intestinale umano ex vivo.
La potenziale eliminazione dell'agente di contrasto è stata investigata tramite la valutazione della Mri biparametrica, una metodologia più breve, più sicura e meno dispendiosa; in prospettiva sono possibili benefici organizzativi e ambientali significativi su vasta scala, inclusa una maggiore capacità di gestione dei pazienti.
I risultati di un recente studio indicano che la fluoxetina fa più che aumentare i livelli di serotonina: essa modifica il modo in cui le cellule cerebrali gestiscono l'energia e rimodellano le loro connessioni, promuovendo potenzialmente la plasticità cerebrale.
Questa sindrome, definita dall'American Heart Association (Aha) nel 2023, non è soltanto un concetto clinico, ma si è dimostrata un predittore nel mondo reale dell'aspettativa di vita e degli esiti sanitari. I risultati evidenziano l'urgente necessità di un’assistenza integrata che tratti queste condizioni in modo congiunto, anziché isolatamente.