Tre anni fa, uno studio internazionale commissionato dalla rivista Lancet ha elencato 12 fattori modificabili che hanno aumentato il rischio di demenza, tra cui tre nuovi: consumo eccessivo di alcol, trauma cranico e inquinamento atmosferico. Oggi un team di ricercatori, guidato da scienziati dell'Università della California di San Diego, approfondisce ulteriormente come l'esposizione all'ultimo di questi nuovi fattori, l'inquinamento atmosferico (scarichi delle auto ed emissioni delle centrali elettriche) sia associata a un rischio maggiore e misurabile di sviluppare demenza nel tempo.
L'intelligenza artificiale (AI) potrebbe essere di aiuto a diagnosticare più precocemente il cancro del polmone: lo sostiene uno studio condotto da ricercatori del Royal Marsden NHS Foundation Trust in collaborazione con l'Institute of Cancer Research di Londra e l'Imperial College di Londra.
Uno studio recentemente pubblicato su Nature Communications Biology, condotto dal Cnr-Ibiom insieme all’Università di Bari e all’Università Statale di Milano, con il supporto della piattaforma bioinformatica e genomica di Elixir Italia, ha sviluppato una metodologia che consente di classificare tempestivamente le nuove varianti del virus di SARS-CoV-2 determinando anche un indice di patogenicità tale da permettere una risposta sanitaria immediata e personalizzata. Il sistema può essere utilizzato per eventuali nuove pandemie.
Per ora si tratta dei risultati di uno studio di fase II ma le nanoparticelle d'oro in sospensione orale, aggiunte alla terapia standard per la sclerosi multipla recidivante (SM) sono risultate efficaci a preservare la funzione oculare e generale. I pazienti assegnati al braccio di trattamento con il farmaco, denominato CNM-Au8, hanno visto un miglioramento dell'acuità nella lettura a basso contrasto rispetto ai soggetti del gruppo di controllo (p=0.056).
Ad oggi, non conosciamo ancora quali siano le cause di malattie come l’Alzheimer o la malattia di Parkinson; di conseguenza, le terapie a disposizione non sono purtroppo in grado di arrestare o rallentare la patologia. Un team internazionale di ricercatori ha pubblicato uno studio che evidenzia come un piccolo invertebrato contiene tutti i geni coinvolti nelle malattie neurodegenerative umane e, durante il suo ciclo vitale, le sue cellule nervose invecchino esattamente come nell’uomo.
Cosa c’è di vero nell’ipotesi che vi possano essere sostanze “obesogene” alla base dell’incremento di peso sempre più diffuso nella popolazione adulta, ma pure infantile e adolescenziale? Quattro tra i maggiori specialisti nella ricerca e nella cura dell’obesità di Auxologico spiegano cosa sono le sostanze “obesogene” e come tutelarsi rispetto a questo rischio sempre più diffuso nella nostra vita quotidiana.
Un'intensa attività fisica professionale contribuisce ad aumentare il rischio di cardiopatia ischemica negli uomini mentre nelle donne invece i dati sembrerebbero suggerire esattamente l’opposto: è quanto emerge da uno studio condotto da un’équipe di ricercatori del Center for Clinical Research and Prevention del Copenhagen University Hospital.