EvdLe dichiarazioni del Ministro della Salute Orazio Schillaci, rilasciate in più occasioni, continuano ad alimentare il dibattito tra le principali sigle sindacali del settore sanitario. L’annuncio di un incremento di circa 6 miliardi del Fondo sanitario nazionale per il 2026 — che porterebbe il totale a 136,5 miliardi — è stato accolto con favore, soprattutto per la destinazione delle risorse: assunzioni, prevenzione, salute mentale e riduzione delle liste d’attesa. Ma è la proposta di “escludere i dipendenti della sanità dal perimetro contrattuale della Pubblica Amministrazione” a sollevare le critiche più accese. Secondo il Ministro, questa misura servirebbe a superare le rigidità contrattuali e favorire assunzioni con maggiore flessibilità oraria e retributiva. 
La Funzione Pubblica Cgil non nasconde la propria preoccupazione: “Togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della PA per avere orari e contratti più flessibili? Una dichiarazione che ci allarma e che suona come un’ammissione dell’inefficacia del nuovo contratto collettivo nazionale, che non risponde ai bisogni del Ssn e dei suoi lavoratori. Per questo non lo abbiamo firmato”.
Secondo la Fp Cgil, il piano di assunzioni annunciato dal Ministro rischia di restare sulla carta. “Finora - precisa Fp Cgil - si è trattato solo di stabilizzazioni di personale precario, non di nuove assunzioni. I dati del Conto annuale Mef 2023 parlano chiaro: oltre il 70% delle assunzioni ha riguardato lavoratori già presenti nel Ssn. La precarietà resta una piaga con 36.000 persone coinvolte e 14.000 contratti di collaborazione attivi”.
Il sindacato rilancia la propria proposta: “Servono 510.000 nuove assunzioni nei prossimi anni per sostituire il personale in uscita e potenziare ospedali e servizi territoriali. Chiediamo un confronto strutturato con il Ministro per discutere un piano straordinario e rendere davvero attrattive le professioni sanitarie”.
Sulla stessa linea, ma con un focus più specifico sulla professione medica, interviene Anaao Assomed. Il segretario nazionale Pierino Di Silverio accoglie positivamente l’intenzione di rafforzare gli organici, ma avverte: “Ben venga il piano di assunzioni, ma senza interventi concreti per rendere attrattiva la professione, rischia di essere inutile”.
Di Silverio elenca le priorità: “Servono condizioni di lavoro migliori, retribuzioni più vicine agli standard europei, una riforma della responsabilità medica che tuteli professionisti e pazienti, e una vera integrazione tra ospedali e università. Oggi assistiamo a un’occupazione selvaggia degli ospedali da parte delle università, che va fermata”.
Il segretario Anaao denuncia anche l’emorragia di personale: “Ogni giorno otto medici lasciano il Ssn. Le specializzazioni restano scoperte e le carriere sono bloccate. Serve un contratto moderno, flessibile e coerente con le nuove dinamiche del lavoro”.
Pur respingendo l’idea che le parole del Ministro preludano a una privatizzazione del personale sanitario, Di Silverio invita a evitare approcci ideologici: “Lavoriamo insieme per investire sui professionisti del Ssn. Basta parole, servono fatti. E attenzione a chi, dietro le quinte, potrebbe smontare ciò che si costruisce”.
Nel suo intervento al Meeting di Rimini, Schillaci ha ribadito l’impegno del governo a “pagare meglio gli operatori sanitari” e a rendere attrattive le branche meno scelte dai giovani, come l’emergenza-urgenza, l’anatomia patologica e la radioterapia. Ha inoltre rivendicato l’introduzione di indennità, detassazioni e misure contro la violenza nelle strutture sanitarie, oltre alla stabilizzazione dello scudo penale per i medici, che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave.
Sul fronte delle liste d’attesa, il Ministro ha annunciato risultati incoraggianti: “Da gennaio a giugno 2025, 997 strutture sanitarie hanno mostrato un miglioramento medio del +21,3% nelle prestazioni prioritarie. In alcune Regioni, le mammografie sono aumentate del 40% nel secondo trimestre”. La legge approvata prevede visite nel weekend, orari serali e l’integrazione delle agende di prenotazione con le strutture private accreditate.
Schillaci ha anche affrontato il tema della sanità territoriale, sottolineando il rischio di un divario crescente tra Regioni. “Le infrastrutture non bastano senza personale sanitario. Oggi i medici di medicina generale sono disponibili a lavorare 12 ore al giorno, insieme agli specialisti, per garantire l’apertura delle nuove strutture sette giorni su sette. L’immagine del medico di famiglia solitario è anacronistica”.
Infine, il Ministro ha rivendicato l’approvazione del decreto tariffe e l’aggiornamento dei Lea, sottolineando che “il nostro sistema sanitario resta un unicum nel panorama mondiale per universalismo e qualità delle cure”. Tuttavia, ha ammonito: “Le risorse stanziate vanno spese bene. Non è sempre e solo un problema economico, ma di capacità gestionale”.
Il piano Schillaci quindi apre prospettive di investimento e riforma per la sanità pubblica, ma i sindacati chiedono garanzie, confronto e misure strutturali per evitare che le promesse si traducano in soluzioni parziali o in un indebolimento del contratto pubblico.