EvdPassare da una sanità “reattiva” a una “proattiva” non è solo uno slogan, ma l’obiettivo dichiarato del Decalogo della prevenzione presentato dal Ministero della Salute agli Stati generali della prevenzione. Un documento ambizioso che invita a ripensare le politiche sanitarie: più attenzione agli stili di vita, alla cronicità, alla salute ambientale e al coinvolgimento civico. Un cambio di passo atteso, ma ancora incerto nei mezzi.

In Italia, il 91% dei responsabili It denuncia l’obsolescenza delle soluzioni tecnologiche che ostacola la gestione dei dispositivi e la sicurezza dei dati. L’ultimo report di Soti evidenzia come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando l’assistenza ai pazienti, ma i sistemi legacy rallentano l’innovazione e aumentano i rischi per la sicurezza.

L'obiettivo della proposta, avanzata  durante il recente Convegno nazionale organizzato da Fimeuc e Cimo a Firenze, è quello di garantire autonomia, risorse dedicate e criteri condivisi, affiancando i tre pilastri già esistenti: Distretto territoriale, Ospedale e Medicina preventiva. Si punta a un modello a iso-risorse, eliminando sprechi e inefficienze delle strutture attuali, ritenute ormai insostenibili.

Uno studio presentato in Senato evidenzia come il parallel trade possa generare risparmi diretti per il Servizio sanitario nazionale pari a 239 milioni di euro. Tuttavia, in Italia il settore resta marginale a causa della mancanza di incentivi e della lentezza nelle autorizzazioni.

EvdA un anno dalla pubblicazione, il Dl Liste di attesa è ancora bloccato tra ritardi tecnologici e tensioni istituzionali. Solo tre dei sei decreti attuativi previsti sono stati pubblicati, dimostrando l’incompatibilità tra l’urgenza del provvedimento e la complessità del fenomeno. Secondo la Fondazione Gimbe, che ha monitorato lo status di attuazione della norma, il problema non è risolvibile con decreti, ma è il sintomo di un Ssn indebolito, che necessita di investimenti strutturali, riforme coraggiose e una trasformazione digitale.