Per il 77% dei cittadini l’avvento delle tecnologie digitali nel settore sanitario ha migliorato il servizio e l’esperienza dell’utente, ma solo un terzo della popolazione le utilizza. Una contraddizione che ben si evince dai dati del rapporto dell’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale su “Sustainable Health”, come il digitale cambia la percezione e il rapporto cittadino-sanità, salute e benessere.
Da Nord a Sud, isole comprese, in occasione della Giornata Europea contro la Commercializzazione della Salute, nell'ambito della Giornata Mondiale della Salute dell'OMS del 7 aprile, sono state moltissime le manifestazioni, sostenute da rete di associazioni e gruppi europei, contro la privatizzazione del Ssn caratterizzate dallo slogan: "La salute è un bene pubblico, la salute non è in vendita".
"Siamo in presenza di un forte sottofinanziamento della sanità pubblica, alla quale nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil, meno di quanto accadeva 20 anni fa (6,5%) - ha dichiarato Pina Onotri, segretario generale dello Smi -. Senza nuove risorse non si realizzerà una vera inversione di tendenza nelle professioni mediche che devono essere meglio retribuite". E a proposito dell'ACN della Medicina Generale, Onotri precisa: "Restano molte ombre nel nuovo contratto in merito al ruolo unico e al tempo pieno".
A sottolineare ciò il presidente della FNOMCeO. In una dichiarazione rilasciata all'Adnkronos ha condiviso l'appello lanciato dagli 'scienziati' sulla necessità di un maggiore finanziamento per il Ssn e ha precisato che tale richiesta può essere un forte stimolo per il Governo anche per ricordare l'importanza di valorizzare, con appropriati investimenti, il personale sanitario che è essenziale al Ssn e al suo buon funzionamento.
Nel 2022 la spesa sanitaria pubblica italiana, circa 131 miliardi, risulta ridotta rispetto ai 423 della Germania e ai 271 della Francia. A parità di potere d’acquisto, la spesa italiana pro capite risulta meno della metà di quella della Germania e la spesa privata sostenuta dalle famiglie italiane è del 21,4%, in Francia è meno della metà. Questi sono alcuni dei dati emersi dall'ultima Relazione al Parlamento della Corte dei Conti sulla gestione dei servizi sanitari regionali.