Una ricerca condotta dall'Università Martin Luther di Halle-Wittenberg (Mlu) e dall'Università di Münster ha rivelato che la psicoterapia può portare a cambiamenti misurabili e tangibili nella struttura del cervello. Per la prima volta, uno studio pubblicato su Translational Psychiatry ha dimostrato che la terapia cognitivo comportamentale (Cbt) è in grado di alterare la struttura del cervello e aumentare il volume della materia grigia.
Lo studio si è concentrato su un gruppo di pazienti affetti da depressione acuta, una condizione che colpisce circa 280 milioni di persone in tutto il mondo e che è associata a cambiamenti nella massa cerebrale dell'ippocampo anteriore e dell'amigdala. Queste due aree sono componenti chiave del sistema limbico, fondamentali per l'elaborazione e il controllo delle emozioni. La terapia cognitivo comportamentale è un metodo di psicoterapia consolidato per il trattamento della depressione.
Il professor Ronny Redlich, direttore del Dipartimento di Psicologia Biologica e Clinica presso la Mlu, ha spiegato che "la Cbt porta a cambiamenti positivi nei modelli di pensiero, nelle emozioni e nel comportamento". Fino ad ora, gli effetti sulla struttura cerebrale erano stati dimostrati per terapie farmacologiche o di elettrostimolazione, ma non per la psicoterapia in generale. Questo nuovo studio colma tale lacuna.
Per la ricerca, i cervelli dei partecipanti sono stati esaminati tramite risonanza magnetica strutturale (Mri) prima e dopo 20 sessioni di terapia. Le scansioni Mri forniscono informazioni su dimensioni, forma e posizione del tessuto cerebrale. Oltre alle scansioni, sono state condotte interviste cliniche per analizzare i sintomi della malattia, come le difficoltà nell'identificare e descrivere i sentimenti. Per confronto, lo studio ha incluso anche soggetti di controllo sani che non hanno ricevuto alcuna terapia.
I risultati sono stati estremamente chiari e incoraggianti. Dopo la terapia, più della metà dei pazienti ha mostrato una quasi totale assenza di sintomi depressivi acuti. Ma la scoperta più rivoluzionaria è stata la documentazione, per la prima volta, di specifici cambiamenti anatomici nel cervello.
Esther Zwiky, psicologa della Mlu, ha affermato: "Abbiamo osservato un aumento significativo del volume della materia grigia nell'amigdala sinistra e nell'ippocampo anteriore destro". Questi cambiamenti sono stati direttamente correlati al miglioramento clinico: gli individui che hanno mostrato un maggiore aumento della materia grigia nell'amigdala hanno anche manifestato una riduzione più marcata della loro disregolazione emotiva.
Secondo il professor Redlich, questi risultati forniscono "un biomarcatore affidabile per l'effetto della psicoterapia sulla struttura del cervello. In parole povere, la psicoterapia cambia il cervello". Sebbene la terapia cognitivo comportamentale fosse già nota per la sua efficacia, ora esistono prove scientifiche dirette dei suoi effetti a livello cerebrale.
Redlich ha anche sottolineato che non esiste un trattamento universalmente migliore o peggiore; ciò che funziona dipende dall'individuo: i farmaci possono essere più efficaci per alcuni, l'elettrostimolazione per altri, e la Cbt può essere estremamente utile per molti. "È quindi ancora più incoraggiante che siamo stati in grado di dimostrare nel nostro studio che la psicoterapia è un'alternativa altrettanto efficace da un punto di vista medico e scientifico", ha concluso Redlich.
Questo studio non solo rafforza la validità della psicoterapia, ma apre anche nuove strade per comprendere i meccanismi neurobiologici attraverso cui la terapia agisce sul benessere mentale.

Bibliografia
Zwiky E, et al. Limbic gray matter increases in response to cognitive-behavioral therapy in major depressive disorder. Transl Psychiatry 2025. https://doi.org/10.1038/s41398-025-03545-7