Uno studio qualitativo ha intervistato professionisti sanitari di assistenza primaria, tra cui medici e infermieri advanced practice, per esplorare le loro sfide e prospettive nella gestione del dolore cronico e dell'uso di oppioidi negli anziani e per raccogliere feedback sul sistema di supporto decisionale clinico.
Gli anziani affrontano rischi sanitari significativi a causa di lacune nella gestione della poli-farmacoterapia e dell'aderenza ai farmaci, nonché nell'integrazione delle esigenze di salute fisica e mentale. I modelli attuali non affrontano pienamente queste sfide. Un recente studio, pubblicato su Frontiers in public health, ha introdotto il modello Safety, efficacy, and adherence (Sea), progettato per migliorare la collaborazione interdisciplinare, ottimizzare la gestione dei farmaci e integrare l'assistenza per gli anziani.
Uno studio retrospettivo di coorte condotto su 9.819 persone con demenza nel Regno Unito ha esaminato l'aderenza delle prescrizioni di antipsicotici alle linee guida cliniche del National institute for health and care excellence (Nice). Emerge una discordanza persistente tra le linee guida cliniche e la pratica prescrittiva sul campo che suggerisce come la sola diffusione delle raccomandazioni non è sufficiente per garantire la sicurezza e la cura centrata sulla persona.
La polifarmacia, comunemente definita come l'uso concomitante di ≥4 farmaci, è una preoccupazione sanitaria crescente, particolarmente evidente nella medicina generale dove i Mmg gestiscono la complessa multimorbidità degli adulti anziani. L'efficacia degli interventi mirati a promuovere un cambiamento comportamentale in questi professionisti è fondamentale, ma il ruolo specifico degli interventi educativi in questo contesto è stato valutato in modo incoerente.
L'ipertrigliceridemia (Htg) è un disordine lipidico comune, riscontrato nel 20–30% degli adulti nella pratica clinica, ed è un biomarker surrogato delle lipoproteine ricche di trigliceridi (Trls). L'Htg è fortemente associata a un aumentato rischio di sviluppare malattia cardiovascolare e pancreatite acuta. Il ruolo del medico di medicina generale è centrale nella gestione di questa condizione per prevenire tali complicanze associate.
Il primo paziente con emofilia B in Italia è stato trattato presso il Centro Emofilia del Policlinico di Milano, un centro di eccellenza internazionale per la gestione dei disturbi della coagulazione, con Hemgenix (etranacogene dezaparvovec), la prima terapia genica approvata per questa patologia. Etranacogene dezaparvovec è indicato per adulti con emofilia B grave e moderatamente grave (deficit congenito del Fattore IX della coagulazione) senza storia di inibitori del fattore F-IX, ed è somministrata in una sola infusione. Questa terapia può avere un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti.
Un position paper, sviluppato da un Working Group multidisciplinare e presentato da OMaR – Osservatorio Malattie Rare con il contributo non condizionante di Pfizer, affronta il fenomeno dell'ageismo sanitario, definito come una disuguaglianza che ostacola l'accesso equo alla diagnosi e alla cura nella popolazione anziana, in particolare per le malattie rare. Spesso, sintomi aspecifici (quali astenia, dispnea o dolore) in pazienti geriatrici vengono erroneamente attribuiti a conseguenze inevitabili dell'invecchiamento fisiologico, ritardando o negando l'indagine eziologica appropriata.