Eterogeneità della risposta alla terapia antipertensiva
Esiste un potenziale per una terapia farmacologica personalizzata nell'ipertensione e, in caso affermativo, qual è l'entità del beneficio della personalizzazione? I risultati di uno studio indicano che la risposta della pressione arteriosa ai trattamenti varia in maniera sostanziale da individuo a individuo. Ed è stato stimato che la scelta del trattamento personalizzato porterebbe in media a una pressione arteriosa sistolica inferiore di 4.4 mm Hg rispetto a un’opzione standard.
Il burnout nei medici di base è stato collegato a una maggiore prescrizione di antibiotici e oppioidi: il dato proviene da uno studio, pubblicato sul British Journal of General Practice, che ha collegato il comportamento prescrittivo a segni di burnout come esaurimento emotivo, sensazione di distacco da colleghi e pazienti, minore insoddisfazione lavorativa, orario di lavoro più lungo e intenzioni di lasciare il lavoro.
Approvato e rimborsato da AIFA il primo farmaco specifico per il trattamento dell’epatite delta cronica, la forma più grave e a più rapida progressione di epatite virale, con tassi di progressione verso cirrosi ed epatocarcinoma (HCC) notevolmente maggiori rispetto alla mono infezione da Hbv.
Un’analisi collaborativa di tre grandi studi randomizzati (PROMINENT, REDUCE-IT e STRENGTH) ha valutato l'importanza della proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) e dei livelli di C-Ldl come predittori di esiti cardiovascolari. Tra i pazienti trattati con statine, il rischio infiammatorio residuo era un predittore più forte di futuri eventi cardiovascolari e morte rispetto al rischio residuo correlato ai livelli di colesterolo. Questi risultati hanno implicazioni per la selezione di terapie aggiuntive che contrastano l'infiammazione da prescrivere in associazione alle statine per ridurre ulteriormente il rischio di malattia aterosclerotica.