Il farmaco al dosaggio di 2 mg ha ridotto la pressione arteriosa sistolica di 15,7 mmHg (9,8 mmHg normalizzata per placebo) rispetto al basale, risultando generalmente ben tollerato, senza evidenze inattese in termini di sicurezza. I risultati completi sono stati presentati al Congresso della European Society of Cardiology 2025 e pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Il settore della bellezza e della medicina estetica in Italia è in profonda evoluzione, guidato da nuove esigenze e visioni individuali. Uno studio recente condotto da EMG Different per Allergan Aesthetics, intitolato "La bellezza in Italia, tra percezioni e nuovi trend", rivela un forte legame tra l'aspetto esteriore e il benessere emotivo: il 74% degli intervistati, infatti, collega la cura del proprio aspetto a un equilibrio interiore.

EvdAl Congresso Esc 2025 Bayer ha condiviso nuove analisi post hoc dello studio di Fase III ATTRibute-CM su acoramidis. Le analisi esplorative suggeriscono, tra i pazienti affetti da amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CM), miglioramenti clinicamente significativi rispetto al basale, nei livelli di NT-proBNP (N-terminal pro-B-type natriuretic peptide), di NT-proBNP nella distanza percorsa in 6 minuti (6Mwd – 6 minute walk distance) e/o un miglioramento o un arresto della progressione secondo il sistema di stadiazione del National Amyloidosis Center (NAC).

L’aggiunta di chemioterapia, a base di pemetrexed e sali di platino, a osimertinib, inibitore della tirosin-chinasi Egfr (Tki) di terza generazione, ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante dell’endpoint secondario di sopravvivenza globale (Os) rispetto allo standard di cura osimertinib in monoterapia nel trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) localmente avanzato o metastatico e mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (Egfrm). 

EvdLe evidenze accumulate da studi osservazionali hanno da tempo suggerito una correlazione tra bassi livelli plasmatici di potassio e aumento significativo del rischio di queste alterazioni del ritmo cardiaco. Per decenni, i medici hanno gestito le alterazioni elettrolitiche, ma ora una nuova ricerca getta luce su una strategia proattiva e potenzialmente trasformativa, riconsiderando il ruolo del potassio, non solo come un parametro da correggere in caso di ipokaliemia, ma come un target terapeutico attivo.