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Presentate a Londra, nel corso del Congresso annuale Esc (European society of cardiology), le nuove linee guida per la gestione della Fibrillazione atriale (Fa), sviluppate dall'Esc, in collaborazione con l'European association of cardio-thoracic Surgery (Eacts).

Il documento sottolinea, innanzitutto, l'importanza di un'assistenza ottimale secondo un nuovo percorso definito AF-CARE, progettato per garantire che ogni singolo paziente con Fa possa trarre beneficio dai recenti progressi scientifici. Nello specifico: [C] gestione di comorbidità e fattori di rischio; [A] evitare ictus e tromboembolia; [R] ridurre i sintomi mediante il controllo della frequenza e del ritmo; [E] valutazione periodica e riassessment terapeutico.

Le nuove linee guida sottolineano anche l'importanza di un processo decisionale condiviso su trattamenti e cure, che includa sia i pazienti, sia un team multidisciplinare. Viene enfatizzata, infatti, l'educazione di pazienti, familiari e operatori sanitari, per garantire scelte di trattamento specifiche per ciascun individuo.

C'è anche un focus sulla parità di cure, laddove si sottolinea l'importanza di evitare disuguaglianze sanitarie basate su genere, etnia, disabilità e fattori socioeconomici.

"Le sezioni sulle comorbidità in queste nuove linee guida evidenziano che la Fa non può essere considerata isolatamente", sottolinea Isabelle C. Van Gelder, dell'University medical centre di Groningen e coordinatrice del documento. “Una valutazione e una gestione approfondite delle comorbidità e dei fattori di rischio sono fondamentali per evitare le recidive e la progressione della malattia, migliorare il successo dei trattamenti e prevenire gli esiti avversi correlati alla Fa".

Le nuove linee guida si concentrano anche sulle più recenti evidenze scientifiche legate ai trattamenti.

"La task force a valutato attentamente l'attuale base di prove che favoriscano una migliore implementazione delle raccomandazioni utili migliorare il benessere dei pazienti", afferma Dipak Kotecha, Università di Birmingham, componente del gruppo di lavoro.

Queste le principali nuove indicazioni: (1) applicazione più estesa della terapia anticoagulante appropriata e utilizzo (senza distinzione di genere) del punteggio CHA2DS2-VA, utile nel predire  il rischio tromboembolico, per assistere nel processo decisionale; (2) approccio "safety first" su tutto, per esempio ritardando la cardioversione se la durata della Fa supera le 24 ore o considerando sempre eventuali potenziali effetti collaterali dei farmaci antiaritmici; (3) controllo integrato di ritmo e frequenza, con  processo decisionale condiviso su ablazione chirurgica o transcatetere.

Gli autori concludono chiarendo come, nei pazienti con Fa, sia necessaria una rivalutazione periodica della terapia, in considerazione di possibili nuovi fattori di rischio modificabili in grado di rallentare o invertire la progressione della Fa, migliorare la qualità della vita e prevenire esiti avversi.

Nicola Miglino