EvdUn recente studio internazionale promette di ridefinire la diagnosi della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una malattia respiratoria debilitante. Le attuali linee guida, che si basano principalmente sulla spirometria, potrebbero non identificare tutti gli individui a rischio. La ricerca, che ha coinvolto due ampie coorti longitudinali – la Genetic Epidemiology of Copd (CopdGene) con oltre 10.300 partecipanti e la Canadian Cohort Obstructive Lung Disease (CanCold) con oltre 1.500 partecipanti – propone un nuovo schema diagnostico multidimensionale.
L'obiettivo dello studio era determinare se l'integrazione di sintomi respiratori e anomalie strutturali polmonari rilevate tramite tomografia computerizzata (Tc) potesse identificare un numero maggiore di individui affetti. Il nuovo schema diagnostico prevede due categorie principali:
- categoria diagnostica maggiore: presenza del criterio maggiore (ostruzione del flusso aereo basata sul rapporto Fev1/Fvc <0,70 post-broncodilatatore) e almeno uno dei cinque criteri minori (enfisema o ispessimento delle pareti bronchiali alla Tc, dispnea, scarsa qualità di vita respiratoria e bronchite cronica);
- categoria diagnostica minore: presenza di almeno tre dei cinque criteri minori (che devono includere enfisema e ispessimento delle pareti bronchiali per gli individui con sintomi respiratori potenzialmente dovuti ad altre cause).
I risultati sono stati significativi. Tra 9416 adulti nello studio CopdGene, l'15,4% (811 su 5250) degli individui senza ostruzione del flusso aereo sono entrati nella nuova classificazione con Bpco secondo la categoria diagnostica minore. Allo stesso tempo, il 6,8% (282 su 4166) degli individui con ostruzione del flusso aereo non è stato più classificato come affetto da Bpco.
Gli individui di nuova classificazione con Bpco hanno mostrato esiti clinici nettamente peggiori rispetto a quelli non classificati:
- mortalità per tutte le cause quasi raddoppiata (hazard ratio aggiustato, 1,98);
- mortalità specifica per cause respiratorie oltre tre volte superiore (hazard ratio aggiustato, 3,58);
- un numero doppio di esacerbazioni (tasso di incidenza aggiustato, 2,09);
- un declino più rapido della funzionalità polmonare (variazione media aggiustata di -7,7 mL/anno del Fev1).
Inoltre, tra gli individui con ostruzione del flusso aereo alla spirometria, quelli non più classificati con Bpco secondo il nuovo schema diagnostico hanno avuto esiti simili a quelli senza ostruzione del flusso aereo. Nello studio CanCold, gli individui di nuova classificazione hanno sperimentato anch'essi più esacerbazioni.
In conclusione, questo nuovo schema diagnostico, integrando sintomi respiratori, qualità di vita respiratoria, spirometria e anomalie strutturali polmonari rilevate tramite Tc, ha identificato con successo un numero aggiuntivo di individui con Bpco a maggior rischio di mortalità e peggioramento della malattia. Allo stesso tempo, ha permesso di escludere alcuni soggetti con ostruzione del flusso aereo ma senza sintomi o evidenze di malattia strutturale, i cui esiti erano simili a quelli senza Bpco. Questo approccio multidimensionale potrebbe migliorare significativamente l'accuratezza diagnostica e la gestione della Bpco.
COPDGene 2025 Diagnosis Working Group and CanCOLD Investigators. A Multidimensional Diagnostic Approach for Chronic Obstructive Pulmonary Disease. JAMA 2025; 333(24): 2164-2175. doi: 10.1001/jama.2025.7358.