
Il Dott. Jonathon Leipsic, cardiologo presso il St. Paul's Hospital di Vancouver e leader dello studio, ha sottolineato una discrepanza storica: "C'è stata una dipendenza dalla gravità della stenosi come predittore della probabilità di avere sintomi, ma questa relazione è nota per essere inconsistente". Spesso, ha aggiunto, i clinici hanno erroneamente supposto che in assenza di una lesione focale, i sintomi fossero legati alla microcircolazione.
Per affrontare questa incoerenza, Leipsic e il suo team hanno impiegato nuovi strumenti abilitati all'intelligenza artificiale. Hanno quantificato la quantità di placca nelle arterie dei pazienti utilizzando la percentuale totale di volume ateromico (Tpav) e misurato la significatività della stenosi attraverso la riserva di flusso frazionario-CT (Ffr-Ct). I dati sono stati confrontati con i sintomi riportati dai pazienti. Lo studio ha attinto al registro Advance, un'ampia ricerca sull'impatto della Ffr-Ct sul processo decisionale clinico.
L'analisi ha coinvolto un vasto campione di 4382 pazienti dal registro Advance. Tra questi, 1079 erano asintomatici, 438 presentavano dispnea, 277 dolore toracico non cardiaco, 1621 dolore toracico atipico e 967 angina tipica. I risultati complessivi hanno evidenziato che la presenza o l'assenza di sintomi non era associata in modo indipendente né alla Tpav né alla Ffr-Ct.
Tuttavia, esaminando i sintomi singolarmente, sono emerse alcune associazioni specifiche:
- per i pazienti con angina tipica la relazione tra sintomi e placca era evidente: tendevano ad avere una Tpav più alta e una Ffr-Ct più bassa, e quindi anormale. Questo indica una chiara correlazione tra angina tipica e l'entità della malattia aterosclerotica;
- al contrario, il dolore toracico atipico, il dolore toracico non cardiaco e la dispnea non sono stati associati, o sono stati addirittura inversamente associati, a Tpav e Ffr-Ct. Ciò suggerisce che questi sintomi meno specifici non sono buoni indicatori dell'accumulo di placca o della gravità della stenosi.
Il Dott. Leipsic ha ribadito che, nonostante l'intuizione comune, lo stato dei sintomi non è stato un predittore molto accurato della quantità di malattia. Ancora più sorprendente è il fatto che anche l'assenza di sintomi non si è rivelata un indicatore affidabile di salute cardiovascolare. "Solo perché un paziente non riporta alcun sintomo non significa che non ci sia aterosclerosi," ha avvertito Leipsic.
Il Dott. Matthew Budoff, cardiologo dell'Università della California, Los Angeles, ha commentato che questa nuova ricerca sta iniziando a dissipare l'idea che i cardiologi possano fare un affidamento totale sui sintomi per determinare i passi successivi nel trattamento dei pazienti.
Questi nuovi risultati rafforzano l'argomento a favore dell'integrazione dell'angiografia Tc in modo più ampio nel processo diagnostico. In questo modo, i medici possono andare oltre la semplice verifica della stenosi per valutare l'eventuale presenza di aterosclerosi o placca che potrebbe essere un obiettivo per la terapia medica. Budoff ha inoltre evidenziato che le linee guida cliniche del 2021 sul dolore toracico dell'American Heart Association e dell'American College of Cardiology stanno già evolvendo verso l'uso della Tc come primo approccio per distinguere tra sintomi, placca e stenosi. "Cercare di svelare la gravità della placca in qualcuno che si presenta senza sintomi tipici può essere molto utile per i nostri algoritmi diagnostici", ha concluso Budoff.
Questo studio sottolinea l'importanza di un approccio diagnostico più obiettivo e basato sull'imaging per le malattie coronariche, riducendo l'eccessiva dipendenza dai sintomi e migliorando potenzialmente la gestione e la terapia per i pazienti.
Bibliografia
Jukema RA, et al. The Association Between Cardiac Symptoms and Coronary Plaque: An ADVANCE Substudy JACC Cardiovasc Imaging 2025. doi: 10.1016/j.jcmg.2025.05.002.