Il loro utilizzo è infatti legato a una riduzione della funzionalità polmonare e a un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Peggiorano anche la FEV1 e la tolleranza all'esercizio. Secondo i risultati pubblicati su Chest, dopo l'uso per 15 minuti di un sistema elettronico di somministrazione di nicotina (ENDS), la funzione polmonare è diminuita e la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca sono aumentate negli utilizzatori a lungo termine rispetto ai non utilizzatori.
Con l’innalzamento delle temperature, anno dopo anno è sempre più difficile definire quando inizia una stagione e quando ne finisce un’altra, soprattutto quando si avvicina la primavera. Una stagione apprezzata da molti ma non da tutti: la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto è un fattore determinante per la comparsa dei sintomi allergici.
Attualmente, il modo più accurato per diagnosticarla è una procedura invasiva che misura la pressione direttamente nel fegato. Tuttavia, questa procedura è scomoda per i pazienti e comporta un piccolo rischio di complicanze. In un lavoro pubblicato da eGastroenterology viene descritta una nuova tecnica non invasiva: si tratta della misurazione della rigidità della milza (SSM), che utilizza le onde sonore per valutare la rigidità di quest’organo che, in caso di PHT, si presenta ingrossata e più rigida. L’SSM utilizza una tecnica indolore simile agli ultrasuoni per misurare questi cambiamenti di rigidità.
Le donne a cui è stato diagnosticato un carcinoma duttale in situ (DCIS) hanno circa quattro volte più probabilità di sviluppare un cancro alla mammella di tipo invasivo e di morire per tumore rispetto alle donne della popolazione generale: lo evidenzia uno studio pubblicato sul BMJ. Questo aumento del rischio si mantiene per almeno 25 anni dopo la diagnosi, suggerendo che chi è sopravvissuta a un DCIS potrebbe beneficiare di controlli regolari per almeno tre decenni, affermano i ricercatori.
L'uso di cannabis è associato a un rischio più elevato di infarto e ictus, indipendentemente dall'uso di tabacco. Il rischio di eventi cardiaci aumenta con un uso mensile frequente. Gli adulti statunitensi che hanno segnalato l'uso di cannabis erano a rischio più elevato di malattia coronarica, infarto miocardico e ictus rispetto ai non consumatori, con rischi persistenti per i consumatori di cannabis che hanno riferito di non aver mai fumato tabacco. Un uso più frequente di cannabis è associato a un rischio maggiore.
Le donne che soffrono di depressione possono essere maggiormente a rischio di infarto, dolore toracico ricorrente, ictus, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale rispetto agli uomini. E questa associazione risulta significativa indipendentemente dall'età o dalla presenza di altre condizioni come l’obesità.
Sono numerosi ormai gli studi preclinici che additano le microplastiche e le nanoplastiche (MNP) come un potenziale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Al momento però mancano prove dirette che questo rischio si estenda agli esseri umani e per colmare questa lacuna un team di ricercatori ha condotto uno studio pubblicato di recente sul New England of Medicine.