La neuroinfiammazione è uno dei meccanismi maggiormente coinvolti nell’invecchiamento cerebrale, in grado tra l'altro di limitare la reattività degli astrociti. Questo rappresenta in particolare un meccanismo chiave nella patogenesi e progressione della neurodegenerazione.
L'invecchiamento cerebrale sembra inoltre legato alle neurotrofine. In particolare, il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) svolge un ruolo fondamentale durante la perdita sinaptica legata all'età, prevenendo l'atrofia cerebrale e il declino cognitivo.
Recenti studi in vitro e in vivo hanno mostrato che BDNF, somministrato a basse dosi (1 o 1.2 picogrammi/ml), è in grado di indurre la produzione endogena di BDNF, utilizzando il suo recettore TrkB e influenzando l'espressione dell'apolipoproteina E. Inoltre, BDNF ha esercitato effetti sulle proteine β-amiloide e Sirtuin 1, confermando l'ipotesi di un fine effetto regolatorio endogeno esercitato sul mantenimento della salute sia dei neuroni che degli astrociti.
Il tema è stato oggetto di una relazione tenutasi nell'ambito del Symposium “Medicina dei sistemi. Modelli di integrazione nella prassi clinica e nuove soluzioni terapeutiche”, tenutosi il 5 maggio presso l’Università degli studi di Milano. Il convegno è stato realizzato in collaborazione con WHO Collaborating Center for Integrative Medicine dell’Università degli Studi di Milano, e l'International Academy of Pysiological Regulating Medicine (PRM) - Associazione medica indipendente promotrice della medicina centrata sulla persona e rispettosa della fisiologia umana –e sostenuto come sponsor non condizionante da Guna S.p.a, con il patrocinio del Ministero della Salute e della FNOMCeO.