Alessandro Armuzzi
Responsabile UO IBD, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano
Professore Ordinario di Gastroenterologia, Humanitas University

Evd Si stima che in Italia colpisca circa 100.000 persone, con esordio soprattutto in età giovanile, tra i 15 e i 40 anni, sebbene possa manifestarsi a qualunque età: è la malattia di Crohn, malattia spesso invalidante, associata a progressivo danno intestinale, disabilità e peggioramento della qualità di vita e, se non adeguatamente controllata, in grado di portare a complicazioni che richiedono l'ospedalizzazione e l'intervento chirurgico. In questo contesto, è di particolare interesse l’approvazione della Commissione Europea di mirikizumab, antagonista dell'interleuchina-23p19 (IL-23p19), per il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave nei pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o a un trattamento biologico. Il farmaco era già stato approvato nel 2024 in Italia dall’AIFA come trattamento per gli adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave.