EvdNei soggetti ad alto rischio l'acido acetilsalicilico ha dimostrato di poter ridurre l'incidenza dell'adenoma colorettale e del carcinoma colorettale. Studi osservazionali suggeriscono che l'acido acetilsalicilico possa anche migliorare la sopravvivenza libera da malattia dopo la diagnosi, in particolare tra i pazienti con tumori che presentano mutazioni somatiche di Pik3Ca. A colmare la lacuna della mancanza di studi randomizzati arriva uno studio in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, che ha coinvolto pazienti affetti da carcinoma rettale di stadio I, II o III o da carcinoma del colon di stadio II o III con alterazioni somatiche nei geni della via Pi3K. I pazienti sono stati assegnati con un rapporto 1:1 a ricevere 160 mg di acido acetilsalicilico o un placebo una volta al giorno per 3 anni. Erano idonei per la randomizzazione i pazienti con mutazioni hotspot di Pik3Ca pre-specificate nell'esone 9 o 20 (alterazioni del gruppo A) e quelli con altre varianti somatiche a impatto moderato o alto in Pik3Ca, Pik3R1 o Pten (alterazioni del gruppo B). L'obiettivo primario era la recidiva del carcinoma colorettale, valutata in un'analisi tempo-all'evento, nei pazienti con alterazioni del gruppo A. Gli obiettivi secondari includevano la recidiva del carcinoma colorettale nei pazienti con alterazioni del gruppo B, la sopravvivenza libera da malattia e la sicurezza.
Le alterazioni nei geni della via PI3K sono state rilevate in 1103 pazienti su 2980 (37,0%) con dati genomici completi. Dei 515 pazienti con alterazioni del gruppo A e 588 pazienti con alterazioni del gruppo B, rispettivamente 314 e 312 sono stati assegnati a ricevere acido acetilsalicilico o placebo. L'incidenza cumulativa stimata di recidiva a 3 anni è stata del 7,7% con acido acetilsalicilico e del 14,1% con placebo (hazard ratio 0,49; intervallo di confidenza [IC] al 95%, 0,24 a 0,98; p=0,04) tra i pazienti con alterazioni del gruppo A, e del 7,7% e 16,8%, rispettivamente (hazard ratio 0,42; IC al 95%, 0,21 a 0,83), tra quelli con alterazioni del gruppo B. La sopravvivenza libera da malattia stimata a 3 anni è stata dell'88,5% con acido acetilsalicilico e 81,4% con placebo (hazard ratio, 0,61; IC al 95%, 0,34 a 1,08) tra i pazienti con alterazioni del gruppo A, e dell'89,1% e 78,7%, rispettivamente (hazard ratio, 0,51; IC al 95%, 0,29 a 0,88), tra quelli con alterazioni del gruppo B. Eventi avversi gravi si sono verificati nel 16,8% dei riceventi aspirina e nell'11,6% dei riceventi placebo.
Nelle loro conclusioni gli autori sottolineano che l'acido acetilsalicilico ha portato a un'incidenza significativamente inferiore di recidiva del carcinoma colorettale rispetto al placebo tra i pazienti con mutazioni hotspot di Pik3Ca nell'esone 9 o 20 ed è sembrata avere un beneficio simile tra quelli con altre alterazioni somatiche nei geni della via Pi3K.

Bibliografia
Martling A, et al. Low-Dose Aspirin for PI3K-Altered Localized Colorectal Cancer. N Engl J Med 2025; 393:1051-1064. DOI: 10.1056/NEJMoa2504650