Il contesto demografico italiano è caratterizzato da un indice di invecchiamento elevato: la popolazione over 65 anni costituisce attualmente il 24,7% del totale, con proiezioni Istat che stimano un aumento al 34,6% entro il 2050. Tale longevità, pur posizionando l'Italia tra i Paesi con l'aspettativa di vita più alta (83,4 anni), rivela una criticità significativa: l'aspettativa di vita vissuta in buona salute si ferma a 60 anni per gli uomini e 57 anni per le donne. Questo divario crescente tra l'aspettativa di vita generale e quella in piena autonomia esercita una pressione notevole sui sistemi pensionistici, previdenziali e sanitari. La prevenzione strutturale e l'adozione di stili di vita sani sono pertanto identificate come condizioni essenziali per mantenere l'autonomia e la partecipazione sociale nell'età avanzata, contrastando la percezione di una vecchiaia passiva. È fondamentale l'implementazione urgente di politiche di invecchiamento attivo, definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come l'ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza.Criticità nelle coperture vaccinali e mitigazione del rischio patogenico
La prevenzione delle patologie evitabili tramite strategie di immunizzazione rappresenta un pilastro imprescindibile per un invecchiamento in salute e per la sostenibilità del Ssn. Nonostante gli strumenti scientifici di ultima generazione forniscano vaccini che assicurano protezione ampia ed efficace contro complicanze gravi, ospedalizzazioni e mortalità nella popolazione adulta e anziana, le coperture vaccinali rimangono insufficienti. Per quanto concerne la vaccinazione antinfluenzale, i dati aggiornati ad agosto 2025 indicano una copertura del 52,5% nella popolazione anziana, ben al di sotto dell'obiettivo minimo del 75%. Similmente, le coperture per le vaccinazioni anti-pneumococcica e anti-herpes zoster risultano essere molto basse. Le patologie causate da pneumococco, come polmoniti e meningiti, costituiscono una minaccia significativa, specialmente considerando l'evoluzione dei sierotipi circolanti nell'età adulta. Per rafforzare la protezione, l'integrazione tra i Mmg, come punto di riferimento essenziale per la prevenzione personalizzata, e le farmacie, snodi fondamentali della rete vaccinale, è cruciale. Modelli regionali virtuosi, come quello veneto, hanno dimostrato l'efficacia della strategia di chiamata attiva sulla coorte target. È altresì auspicabile l'allineamento dell'offerta gratuita della vaccinazione anti-pneumococcica a partire dai 60 anni, come già previsto per l'influenza, facilitando eventualmente la co-somministrazione.
Investire nella salute degli adulti e degli anziani è riconosciuto non solo come un imperativo etico, ma come una scelta strategica indispensabile per la sostenibilità economica e la coesione sociale del Paese. L'attuale quadro di governance economica europea offre nuove opportunità per incrementare l'investimento in prevenzione sanitaria, superando la logica della spesa corrente. È stato dimostrato che l'immunizzazione genera un significativo Ritorno sull'Investimento (Roi), stimato fino a 19 euro per ogni euro speso per la vaccinazione dell'adulto. Questo duplice effetto positivo – miglioramento della produttività e riduzione delle spese future per cure e assistenza – rafforza la sostenibilità del sistema sanitario. Gli attori istituzionali e scientifici hanno lanciato un appello congiunto per un cambio di rotta: incrementare il fondo per la prevenzione di almeno un punto percentuale rispetto all'attuale 5% e riconoscere l'Immunizzazione e lo screening come investimento strategico e prioritario, al pari della difesa. Risoluzioni parlamentari approvate nell'aprile precedente confermano l'impegno a valutare misure di sostegno per la prevenzione sanitaria. La valorizzazione della prevenzione, a partire dall'immunizzazione, deve essere scorporata dal calcolo della spesa corrente per mirare al target del 3% del Pil dedicato alla salute.