I Mmg costretti a firmare accordi al ribasso
FIMMG-Lombardia . “Abbiamo sottoscritto l’accordo integrativo regionale per senso di responsabilità. C’era la necessità di rendere disponibili a breve alcune risorse economiche per garantire una minima sostenibilità della professione, ma l’intesa raggiunta è lontana da quel salto di qualità indispensabile alla medicina del territorio”. Lo dichiara il segretario generale di Fimmg Lombardia, Paola Pedrini, dopo la firma dell’AIR 2022 (accordo integrativo regionale) in attuazione all’Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale (triennio 2016-2018).
Secondo Fimmg Lombardia passi in avanti sono stati fatti per assicurare, in un momento di ricambio generazionale, la continuità delle forme associative più complesse, già esistenti, e per facilitarne la costituzione di nuove, anche di minor complessità, puntando sulla presenza diffusa di personale. Ed è stata tutelata la capillarità della medicina di famiglia, superando l’isolamento del medico, senza mettere in discussione la sua autonoma organizzazione, favorendo il lavoro di équipe con le realtà territoriali. Tutto questo in attesa di creare le premesse per una migliore integrazione nell’organizzazione distrettuale con interventi concreti di deburocratizzazione e di trasferimento di compiti amministrativi ad altre figure.
“Ma mancano interventi concreti – sottolinea Paola Pedrini, segretario generale di Fimmg Lombardia – per rendere la professione sostenibile, in un momento in cui i giovani sembrano non essere più motivati a scegliere un’attività continuamente messa in discussione e oggetto di attacchi strumentali mirati a nascondere gli errori di programmazione e l’indisponibilità di investire sulle risorse umane prima che sulle strutture”.
L’accordo prevede, sia pure a titolo volontario, l’aumento del numero di assistiti sul modello europeo. Ma soltanto in Italia il medico deve sobbarcarsi compiti burocratici inappropriati, se non dissuasivi.
“La gravissima carenza di medici è sotto gli occhi di tutti – conclude Pedrini –. Con questa intesa si tenta di rimediare ad alcuni meccanismi contrattuali non più adeguati alla realtà. Ma siamo lontani da un patto fiduciario tra chi ha il compito della programmazione sanitaria e i professionisti, che possono contare, come evidenziato da recenti indagini di opinione, su un rapporto prioritario con i cittadini. Un’alleanza, nonostante le difficoltà, ben più solida di quella con il sistema”.
Sanità Lombardia, il nuovo Accordo integrativo regionale della Medicina Generale gravemente sotto finanziato e inadeguato alle esigenze della Medicina Territoriale
SNAMI Lombardia. La trattativa è stata lunga e difficile e non priva di ripensamenti da parte di Regione Lombardia. Ora, l’AIR dovrà essere ratificato dalla Giunta, probabilmente alla fine del corrente mese o all’inizio di settembre. L’Accordo si muove, come è doveroso, nel solco tracciato dal nuovo Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale pubblicato il 17 maggio scorso in Gazzetta Ufficiale. Contiene quindi una serie di norme attuative per la costituzione delle così dette AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), e cioè per macro-aggregati di Medici di Medicina Generale (MMG) che dovrebbero (ma su questo punto SNAMI Lombardia è davvero scettico) meglio rispondere all’esigenza di una maggiore continuità di cure sul territorio, lungo l’arco della giornata. “Il nuovo AIR, siglato ormai nello scorcio del 2022, rappresenta senz’altro un piccolo sforzo di Regione Lombardia nell’investire sul territorio. Tuttavia, siamo ancora ben lontani da quanto è necessario per irrobustire questo settore cruciale del SSN” osserva Roberto Carlo Rossi, Presidente dello SNAMI Lombardia. “Regione mette in campo risorse per finanziare ulteriori aggregazioni di MMG e per finanziare personale di studio, ma si tratta ancora di pochi spiccioli, se rapportati alla grandezza e complessità del territorio lombardo” soggiunge Rossi. “Ci vuole ben altro perché questa professione ritorni appetibile per i giovani”. “Oltre ad investimenti ben più consistenti, è necessario sbrurocratizzare davvero il lavoro del Medico, ma in questo campo non solo non abbiamo mai visto nulla di concreto, ma addirittura non passa giorno che non aumentino gli obblighi e le pastoie di legge che invischiano inevitabilmente la nostra professione”. “Infine, resta ancora aperto il nodo della Continuità Assistenziale (che ora si definisce «Assistenza Primaria a Rapporto Orario»), che va riorganizzata e rifinanziata e che è in sofferenza in molte aree della regione”. “Detto questo, dobbiamo anche constatare una certa qual apertura della delegazione di parte pubblica ad ascoltare le problematiche emerse in trattativa, come ad esempio la richiesta di finanziare ad hoc i Colleghi che hanno lo studio in zone disagiate e disagiatissime. Auspichiamo, comunque, risultati ben più incoraggianti con l’AIR 2023, la cui trattativa chiediamo di iniziare al più presto” conclude Rossi.
La denuncia di FISMU Lombardia e UMI. Per Francesco Falsetti, Segretario Regionale FISMU Lombardia e Presidente UMI: “Si tratta dell’ennesima occasione persa della Regione per rilanciare il settore. È stata presentata una bozza gravemente sotto finanziata per poter realizzare un’adeguata e ampia assunzione di personale (personale di studio/infermieri) a supporto del medico di medicina generale (MMG): una delle soluzioni, unanimemente riconosciuta, per migliorare l’offerta ai cittadini e i livelli occupazionali”. “Il sotto finanziamento degli accordi regionali della Lombardia per la MG - continua - è ormai una costante politica da molti anni della Giunta di centro-destra ed è una delle cause principali della crisi della Medicina Territoriale regionale e delle drammatiche conseguenze in corso di pandemia Covid-19”.
“Per quantificare - spiega Falsetti - si deve precisare che la quota variabile resa disponibile dalla Regione (che potrebbe arrivare sino al 30% della parte fissa cioè sino a circa possibili 150 milioni di euro) è della misera cifra di 12 milioni di euro da distribuire agli oltre 6.000 medici in cambio dei servizi da rendere agli assistiti. Per lo stesso accordo la Calabria ha stanziato 20 milioni di euro con una ipotesi per 2022 di 26 per circa 2.000 MMG. Fatte le dovute proporzioni la Lombardia avrebbe dovuto stanziare tra i 60 e gli 80 milioni di euro e non 12 che è quanto viene speso annualmente per una sola clinica privata accreditata. Inutile dire che questo finanziamento è molto inferiore a quanto stanziato da altre Regioni come il Veneto, Emilia e Toscana”.
“Le dichiarazione sul rilancio della MG rilasciate dall’Assessore al Welfare e Vice presidente Letizia Moratti - sottolinea il massimo dirigente regionale Fismu ed Umi - non corrispondono al vero e sono una vera presa in giro per i cittadini lombardi che quindi resteranno con un’assistenza primaria insufficientemente organizzata e potenziata.
Anche i tanti progetti di possibile realizzazione non potranno trovare l’avvio ed è molto se si potranno mantenere quelli già in corso negli anni passati per la prevenzione di alcuni tumori e per il COVID-19. Impensabile con queste risorse andare ad applicare la riforma prevista dal PNRR (Case della Comunità, ecc…) e dal recente DM 77 che ne delinea l’applicazione”.
“Purtroppo i sindacati maggioritari hanno sottoscritto l’accordo - aggiunge - e Fismu non firmando, con la normativa vigente, avrebbe perso la possibilità di partecipare alle trattative a livello aziendale. Abbiamo dovuto quindi mettere una firma ‘tecnica’”. “Ormai le scelte della politica nazionale e regionale, specialmente in Lombardia - conclude Falsetti - condizionano sempre più negativamente il ruolo del medico e il rapporto con i cittadini a scapito dell’assistenza sanitaria pubblica; in queste condizioni trova piena giustificazione la fuga dei medici da alcuni settori che restano pertanto carenti come la stessa Medicina generale e diversi servizi ospedalieri, non a caso assistiamo poi a soluzioni di ‘fantasia’ e sbagliate come quella di importare medici cubani in Calabria”.
Il punto di vista della Regione Lombardia. Secondo quanto dichiarato dai vertici della Regione "L’intesa rafforza il lavoro in collegamento tra i Mmg e mira ad offrire una maggiore disponibilità nella apertura degli studi e maggiori servizi, attraverso varie progettualità. In particolare le vaccinazioni, le vaccinazioni domiciliari, i tamponi rapidi, gli screening, i test diagnostici anche tramite telemedicina, la promozione della salute e counseling e l’attivazione dell’ADI. Altri settori cui l’Accordo Integrativo Regionale verte sono la telemedicina e il telemonitoraggio". “Si tratta di un importante ed innovativo accordo – rimarca la vicepresidente ed assessore al Welfare Letizia Moratti – che sostiene il potenziamento della sanità territoriale lombarda. Le Regioni, con capofila la Lombardia, avevano nei mesi scorsi lavorato con il Ministro della Salute, per un accordo nazionale con i medici di medicina generale. Un impegno fatto proprio dal Presidente del Consiglio, che purtroppo non ha trovato concretizzazione a causa della crisi di Governo. La Lombardia ha perciò scelto di definire a livello regionale un primo accordo. Per questo ringrazio le associazioni e soprattutto i medici che si sono resi disponibili a realizzare questo passo importante”. L’Accordo sottoscritto da Regione Lombardia e sindacati si inserisce nell’attuale fase di sviluppo della medicina territoriale attraverso l’istituzione delle Case di Comunità. Prevede che i medici di medicina generale siano chiamati a fornire un contributo significativo nella fase di elaborazione dei modelli operativi, per l’erogazione dei servizi integrati con gli specialisti ambulatoriali, l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e i servizi sociali comunali.
Palazzo Lombardia ha previsto 15.000.000 di euro di incentivi per i medici di medicina generale suddivisi in vari punti: un compenso aggiuntivo per i medici operanti in aree funzionalmente e temporaneamente disagiate che si fanno carico di assistere i pazienti non iscritti a un Mmg.
GLI AMBULATORI MEDICI TEMPORANEI – Inoltre, per i pazienti a cui non è possibile assegnare un medico, l’Accordo prevede la possibilità di attivare nei giorni diurni feriali, gli Ambulatori medici temporanei (AMT), in cui possono operare tutti i medici del ‘ruolo unico’ (compresi i MMG di quel territorio). Ulteriori fondi sono previsti per l’assunzione del personale di studio.
PARTECIPAZIONE ALLE CAMPAGNE – Un altro punto contenuto nel documento consiste nella partecipazione attiva dei medici alla campagna vaccinale anti-Covid-19 (in ambulatorio, nelle Case di Comunità, nei Centri vaccinali e al domicilio, con la presa in carico dei pazienti non deambulanti) e nella partecipazione attiva ai programmi di screening (colon retto, mammella, cervice uterina, etc.)
ASSOCIAZIONI DI MEDICI – Nell’intesa sottoscritta anche una serie di incentivi per la costituzione delle ‘Associazioni Funzionali Territoriali’ (AFT), in cui il medico di medicina generale, pur lavorando nel proprio studio, è strettamente collegato con altri colleghi; fondi anche per le ‘Unità Complesse di Cure Primarie’, dove i medici operano fisicamente nella stessa sede, accanto a specialisti. Per queste unità è previsto il collegamento funzionale con le AFT tramite sistemi informatici e informativi.