EvdLa domanda è legittima vista la recente nota stampa che giunge dal Veneto, siglata congiuntamente dai sindacati Smi e Snami. Un comunicato dal titolo evocativo: "Obbligati a scioperare per farci ascoltare! Sempre meno medici per curare una popolazione più anziana". L'acuirsi delle conflittualità in varie Regioni tra i Mmg e i rappresentanti regionali che non permettono di intraprendere un percorso negoziale risolutivo di questioni locali è ormai all'ardine del giorno. Una situazione che amplifica il disagio che tutta
la categoria sta esprimendo a livello nazionale e che lo stallo della trattativa dell’Acn 2019 - 2021, dopo la pubblicazione dell’Atto di Indirizzo, non aiuta certo a risolvere.
In questo contesto sale alla ribalta quanto sta accadendo in Veneto dove i Mmg iscritti alla Smi e allo Snami, in stato d'agitazione, hanno deciso di passare ai fatti proclamando 5 giorni di sciopero. Il 5 e 6 aprile e il 12, 13 e 14 aprile gli studi dei Mmg resteranno chiusi. La Fimmg conferma lo stato di agitazione, ma non aderisce allo sciopero, spera in un incontro con la Regione."Vediamo se ci convoca - ha dichiarato di recente Domenico Crisarà, vice presidente nazionale Fimmg e segretario Fimmg a Padova - altrimenti dovremmo prendere provvedimenti anche noi. Ma chiudere gli studi a Pasqua non mi sembra un gran servizio per i malati".
"Lo sciopero - ribatte Salvatore Cauchi - segretario regionale Snami -   è stato deciso anche per garantire un'assistenza migliore ai malati". Per il segretario regionale Snami, attualmente i Mmg sono costretti a sottrarre tempo clinico ai loro assistiti per sbrigare atti burocratici soffocanti e dare seguito a compiti non certo attinenti con l'esercizio della professione di Mmg.
Snami e Smi nel frattempo hanno indetto a Padova un'assemblea generale  dei medici in cui hanno formalizzato le loro richieste. "L’assemblea - precisano in un comunicato congiunto - è  stata indetta per  denunciare: la burocrazia soffocante che toglie tempo all’attività clinica; gli errori di programmazione del numero di sanitari e di organizzazione territoriale; l’eccesso di assistiti per singolo medico non risultano conforme a quanto previso dall'Accordo Collettivo nazionale; le liste d’attesa infinite che inducono i pazienti a rivolgersi al privato; la chiusura di sedi di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), con disagio per la popolazione; la mancanza di tutele per i medici di famiglia nei casi di malattia, gravidanza, ristoro psicofisico ed accudimento a familiari disabili".
Alla parte pubblica Smi e Snami chiedono:  la convocazione del comitato regionale per una seria programmazione in base al nuovo ACN; la convocazione del tavolo regionale per l’informatizzazione, per creare la necessaria rete ospedale e territorio; l’abolizione dei piani terapeutici e delle note Aifa; l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia da parte del paziente; la garanzia che tutti i pazienti possono fruire di strutture organizzate con personale funzionale per il medico e il paziente con la previsione di investimenti correnti certi da parte della Regione Veneto.