EvdDipendenza per i giovani medici di famiglia da impiegare nelle Case di Comunità, mentre i Mmg più anziani potranno scegliere se restare in Convenzione o scegliere la dipendenza, specializzazione ad hoc per la Medicina Generale, impiego delle ex guardie mediche per le visite domiciliari. Sono questi alcuni dei cardini del cambiamento che il  ministro della Salute, Orazio Schillaci, metterà nero su bianco in un decreto dedicato. Questo almeno è quanto si evince da una recente intervista che il ministro ha rilasciato alla Stampa. Fimmg, in una dichiarazione rilasciata dal segretario generale all'ANSA dice no alla dipendenza dei Mmg e precisa che tale scelta non è argomento di discussione, ma dice sì alla specializzazione.
Daltronde Schillaci nei vari interventi pubblici aveva già delineato la via che avrebbe voluto intraprendere. “Noi abbiamo intavolato sin dai primi giorni del mio arrivo - aveva precisato pochi giorni fa il ministro al Forum in Masseria di Bruno Vespa -  un continuo rapporto con i rappresentanti dei medici di medicina generale. Sono indispensabili nella governance della sanità pubblica. Il carico di adempimenti burocratici per i medici di medicina generale sarà diminuito. Senza questo fardello, avranno più tempo da dedicare ai loro pazienti. Per raggiungere questo obiettivo stiamo lavorando a un provvedimento legislativo che presto sarà pronto e che riguarderà anche il ruolo cruciale delle farmacie. Con i medici di medicina generale stiamo anche trovando delle formule grazie alle quali i medici più giovani, i neo assunti, possano collaborare con le Case di Comunità".
Concetti che Schillaci ha ribadito in maniera più organica alla Stampa dichiarando che “rivoluzionerà il modo di lavorare dei medici di famiglia. Quelli più giovani passerebbero dalla convenzione, che lascia ai dottori ampia libertà sull'apertura dei loro studi, a un rapporto di dipendenza dentro le Case della Comunità, dove lavorerebbero le loro otto ore al giorno in team con gli specialisti ambulatoriali delle Asl” che verrebbero tutti portati al massimale orario di 38 ore a settimana. Agli attuali medici di famiglia sarà data la possibilità di scegliere se passare alla dipendenza o se rimanere in convenzione". Il Piano del ministro prevederebbe di affidare il compito di effettuare le visite a domicilio ai medici di continuità assistenziale che sono circa 10 mila oltre ad una riforma della formazione dei medici di famiglia, riconoscendo alla Medicina Generale la dignità di disciplina medica. l medico di famiglia oggi sconta anche un calo di attrattività se si considera che i numeri dei posti che vengono messi a concorso per la formazione dei medici di famiglia spesso non vengono completamente coperte quindi diciamo che da un certo punto di vista bisogna riqualificarli attraverso un corso di formazione che sia diverso da quello che è attualmente che è su base regionale e non dura quanto le scuole di specializzazione. A tal riguardo il ministro della Salute aveva anticipato che di questa eventualità aveva parlato con i rappresentanti dei Mmg per andare verso una medicina di famiglia che venga equiparata a una scuola di specializzazione "Questo credo che la renderebbe più attrattiva e darebbe anche a chi la fa una maggiore soddisfazione e lo farebbe sentire maggiormente apprezzato anche dalla comunità medica”.
Resta comunque da vedere come tutto questo possa essere integrato con la proposta di legge di riforma delle cure primarie delineata dal Ddl 227: 'Misure per il potenziamento della medicina territoriale in prevenzione e assistenza primaria' presentato, a Palazzo Madama, dalla senatrice della lega Maria Cristina Cantù che parte da altri presupposti.

Fimmg: no alla dipendenza

“L'obiettivo sul tavolo è la riorganizzazione della Medicina di famiglia: il confronto con il ministro è avviato, ma i punti da chiarire sono vari. Al momento - afferma il segretario della Fimmg Silvestro Scotti in una intervista rilasciata all'ANSA, precisando di aver avuto un incontro con il ministro Schillaci anche la scorsa settimana - non è però in discussione il passaggio dei medici di famiglia al Ssn  come dipendenti; si tratta di un'ipotesi che ci vede nettamente contrari e che non è ad oggi in agenda”.
“Riguarda la formazione dei Mmg - spiega il segretario Fimmg -  si pensa di arrivare ad un percorso di formazione accademico-universitario proprio per aumentare l'attrattività della professione. Ciò significherebbe passare dall'attuale corso di formazione in Medicina Generale post laurea, di durata triennale, ad una specializzazione universitaria della durata minima di 4 anni. Tale passaggio dovrà essere necessariamente graduale, per evitare che l'allungamento dei tempi crei ulteriori carenze”. Si punta anche a rendere i Mmg  un fondamentale snodo rispetto agli ospedali: “Il medico dovrebbe poter prescrivere il ricovero ove necessario, in modo che il cittadino possa saltare l'attesa in Pronto soccorso ed entrare subito in reparto. Una sperimentazione in tal senso si è fatta in Lombardia con l'istituzione di un `codice blu´ ma il problema è che per poter fare questo il medico dovrebbe essere messo in grado di effettuare esami diagnostici completi, a partire da elettrocardiogrammi e test cardiologici, ma ad oggi -precisa Scotti - i nostri studi ancora non hanno la strumentazione diagnostica necessaria. I fondi per la dotazione diagnostica sono previsti dal 2019, ma le Regioni non hanno avviato le procedure necessarie”.
Per quanto concerne il nodo delle nuove Case di Comunità Scotti dichiara: “Quali e quanti medici debbano essere impiegati in queste strutture è un capitolo tutto da scrivere”.