In Italia la dotazione di medici di medicina generale (Mmg) è di 68,1 per 100.000 abitanti, rispetto al 72,8 della Germania, il 94,4 della Spagna e il 96,6 della Francia. È quanto ha evidenziato il Cnel nella Relazione annuale sui servizi della Pa, presentata lo scorso 14 ottobre. Negli ultimi 10 anni il numero di Mmg è diminuito di oltre 6 mila unità, scendendo al di sotto dei 40 mila nel 2022, dato previsto in ulteriore peggioramento nei prossimi anni per via dei pensionamenti. Va considerato, infatti, che il 77% dei medici generici è over 54enne. "Le ragioni della carenza di medici nel nostro Paese sono molteplici: lavoro non valorizzato (i medici accedono alla professione di generalista tramite un corso di formazione e non una scuola di specializzazione universitaria); carico burocratico eccessivo, mancanza di tutele (soprattutto per una professione che vira al femminile) ferie, maternità, malattia, infortunio sul lavoro, problema questo sentito soprattutto dopo la pandemia", così Pina Onotri, segretario generale Smi. Nella Legge di Bilancio 2025 non si prevede nulla per la medicina generale. Dall’altro lato, l’attuale Accordo Collettivo Nazionale della medicina generale, (riguardante ancora il triennio 2019 – 2021 siglato a febbraio scorso) che prevede una quota oraria in Case della Salute, più l’obbligo di apertura degli studi periferici, allontanerà ancor di più i giovani dalla professione. Questo quadro a tinte molte scure è fotografato dall’Annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale. Per l’anno 2022, l’Annuario certifica, nell’ultimo report di aprile 2024, che ciascun medico di famiglia ora segue in media 1.301 pazienti; siamo sopra i rapporti ottimali regionali e vicini al massimale di 1.500 assistiti fissato dalla convenzione. Il rapporto viene superato in Lombardia, con 1.589 assistiti in media per medico (e sette medici su dieci oltre massimale). La proporzione tra veterani e giovani che entrano nella professione resta alta, 2,5 anziani contro un giovane, ma nel 2019 era di 22 ad uno. La Parte Pubblica dovrebbe puntare a destinare per i medici di medicina generale finanziamenti per una remunerazione in linea con quelle dei principali paesi europei per il rilancio effettivo della professione di medico di famiglia, unitamente alla scelta di mettere in campo correttivi contrattuali come l'introduzione del part time, la remunerazione del lavoro straordinario e modalità di lavoro agile in telemedicina.