Intelligenza artificiale: I medici non servono più?
Lo studio, che ha coinvolto 50 medici, ha fatto emergere due aspetti critici. Il primo riguarda la difficoltà nel mettere in discussione la propria diagnosi: molti medici tendono a rimanere ancorati alle loro prime intuizioni, resistendo a rivalutare le decisioni già prese. Il secondo aspetto critico riguarda il limitato utilizzo delle potenzialità dell’Intelligenza artificiale, nonostante la disponibilità di strumenti avanzati come ChatGPT-4, i medici spesso faticano a integrare l’Intelligenza artificiale nel loro processo decisionale in modo efficace.
Un problema di mentalità? "Nella mia esperienza personale - ha dichiarato Claudio Gammella Vice Presidente Commissione Albo Odontoiatri (Cao) di Napoli - ho notato che alcuni medici mostrano una certa resistenza al cambiamento, rimanendo legati a strumenti di valutazione tradizionali. Questa chiusura può ostacolare l’adozione di tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale, che invece potrebbero trasformare radicalmente la professione medica. Forse è arrivato il momento per il mondo medico di fare un passo avanti, utilizzando strumenti, come l'Ia, che dovrebbero essere visti non come una minaccia, ma come opportunità per migliorare la qualità delle cure, aumentare l’accuratezza diagnostica e offrire ai pazienti un servizio sempre più efficace e personalizzato. In un settore, quello medico, in cui l’errore può costare caro, ignorare le potenzialità dell’Ia significa perdere un’occasione preziosa. Più che sostituire i medici, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare il loro alleato più prezioso".
"La ricerca futura - conclude Claudio Gammella - per questo motivo dovrebbe puntare ancora di più sul ragionamento clinico e nell'interazione tra medico e Intelligenza artificiale, poiché i modelli di Iaprobabilmente potenzieranno, e non sostituiranno, il processo di ragionamento umano".