“Con la riforma della disabilità tutto il peso burocratico è scaricato sui medici di medicina generale, che si ritrovano a fare il lavoro dei patronati. Ci occupiamo anche della parte amministrativa, questo va a scapito del tempo dedicato ai pazienti e rischia di far lievitare il costo di ogni certificato.” A dirlo è Massimo Martelloni, Consigliere dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Firenze, tracciando un primo bilancio della riforma della disabilità, scattata dal 1° gennaio in via sperimentale in 9 province italiane tra cui Firenze, per l’accertamento dell’invalidità civile. La riforma verrà estesa a tutto il territorio nazionale nel 2026 e modifica in modo significativo i criteri e le modalità di accertamento della disabilità, introducendo un nuovo iter che unifica in un'unica fase la valutazione medica e quella socio-sanitaria. Tale compito, precedentemente suddiviso tra medici certificatori e patronati, ricade ora interamente sui professionisti sanitari.
“La decisione dell’Inps di usare la firma digitale aumenta il peso burocratico, caricando i medici di nuove mansioni in una situazione di sensibile carenza di personale con medici di medicina generale che, ormai, per coprire i pensionamenti dei colleghi si sono assunti il carico anche di ben 1.800 assistiti – sottolinea il Prof. Martelloni -. E’ indubbio che è aumentato il peso burocratico del lavoro dei medici di medicina generale senza alcuna valutazione preventiva dei carichi di lavoro ulteriore. E senza distinzione tra prima domanda di invalidità e l’aggravamento che rientra nei Lea come prestazione gratuita.”
“La riforma della Disabilità presenta contraddizioni a partire dall’utilizzo del fondo della non autosufficienza per il finanziamento della stessa. Nelle 9 province, dove è in vigore la sperimentazione, non c’è la certezza della tutela del sistema di accertamento della invalidità civile, dell’handicap, della cecità, della sordità per due motivi – dice Martelloni -. Intanto, la mancanza di un sistema funzionante al 100% nella produzione ed inserimento del certificato introduttivo per la mancata formazione del personale. Poi l’assenza del decreto del Ministero della Salute sui nuovi criteri della valutazione di base della disabilità. Potenzialmente la sperimentazione creerà, nel caso di produzione dei decreti, le condizioni per un diverso accesso alle prestazioni in materia di disabilità che valuta diversamente i cittadini delle 9 province interessate, determinando una condizione di disuguaglianza di fronte alla legge.”
“Bisogna ricordare che il Decreto Legislativo n. 62/2024 ha affermato il mantenimento dei livelli di tutela e supporto per le persone con disabilità, sia durante i periodi di transizione tra normative differenti, sia per evitare che le nuove disposizioni riducano l’accesso ai benefici e alle protezioni dei diritti fondamentali previsti dal nuovo quadro normativo sulla disabilità – spiega Martelloni -. Realizzare le garanzie di base dell’inclusione sociale, anche in materia di disabilità, richiede tempi e modi di responsabilità che non devono mai venire meno.”

Salerno, la denuncia di Fimmg. Da un'altra provincia, Salerno, inclusa nella fase sperimentale si leva la protesta della Fimmg. Dopo una fase iniziale segnata da problemi tecnici relativi alla piattaforma telematica dell'Inps, sono state avviate le prime pratiche. Tuttavia, il nuovo sistema ha già mostrato numerose criticità, sollevando preoccupazioni tra i medici di famiglia. Il dottor Elio Giusto, segretario provinciale (Sa) della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), evidenzia l'aumento esponenziale del tempo necessario per completare una certificazione: "Se prima un certificato di invalidità richiedeva circa quindici minuti, ora può necessitare anche più di un'ora". Le frequenti interruzioni del sistema e la complessità delle procedure stanno incidendo negativamente sulla loro operatività quotidiana.
Un Carico Burocratico Insostenibile. Il nuovo iter impone ai medici un onere amministrativo aggiuntivo che in precedenza era gestito dai patronati. Oltre alla compilazione della documentazione clinica, i medici devono acquisire, digitalizzare e caricare sulla piattaforma Inps tutta la documentazione sanitaria e  anagrafica del paziente, assicurandosi che i file non superino i 2 megabyte di dimensione. "Ci siamo di fatto sostituiti ai patronati, sottraendo tempo all'assistenza diretta ai pazienti", afferma Giusto.
L’aumento del tempo richiesto per completare le pratiche incide inevitabilmente sui costi del servizio. Il dottor Giusto sottolinea che il costo di una certificazione non potrà più rimanere invariato: "Se un medico deve impiegare oltre un’ora per inoltrare una domanda di invalidità, la tariffa non potrà che raddoppiare". Questa prospettiva solleva dubbi sulla sostenibilità economica del servizio per i cittadini meno abbienti. Il dottor Giusto avverte: "Si rischia di trasformare in un lusso quello che dovrebbe essere un diritto universale. Molti pazienti potrebbero rinunciare a richiedere l’accertamento dell’invalidità per motivi economici". Inoltre, l’introduzione dell’obbligo della firma digitale, qualora non già posseduta, rappresenta un ulteriore costo a carico dei medici.
La nuova procedura reca danni anche ai cittadini che comunque sono costretti a recarsi presso un patronato per la trasmissione dei dati socioeconomici, generando un ulteriore passaggio burocratico che vanifica in parte l’intento della riforma di semplificare il processo di accertamento.


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