
“L’emendamento al Milleproroghe che, ancora una volta, vuole mantenere in servizio sino a 72 anni i dirigenti medici e sanitari - dichiara Anelli - non può essere una soluzione alla carenza di personale. La soluzione vera è quella di rendere attrattivo il sistema, investendo sui giovani e sui professionisti per migliorare le loro condizioni di lavoro e valorizzare il loro ruolo”.
“Già due anni fa eravamo intervenuti sulla questione – continua – ponendo precise condizioni: la temporaneità, la volontarietà e, soprattutto, l’impegno a migliorare le condizioni di lavoro dei medici, in ospedale e sul territorio. Impegno che, pur apprezzando gli sforzi del Governo, non si è purtroppo concretizzato, sinora, in misure realmente risolutive”.
“Quella di far lavorare i medici oltre i settant’anni non può diventare la normalità” spiega ancora Anelli, che già nel 2018 aveva, con la campagna di comunicazione sui “medici centenari”, profetizzato la situazione. “Il paradosso dei colleghi dal volto pieno di rughe che, in camice bianco, ci guardavano dai manifesti nelle nostre strade e piazze, voleva sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sul rischio che, da lì a poco, non ci sarebbero più stati medici a curarci. Ora la finzione è diventata, drammaticamente, realtà e non possiamo girarci dall’altra parte”.
“Quella di aumentare l’età pensionabile per i medici del Servizio sanitario nazionale – conclude – non è la soluzione alla carenza di medici, anche perché riguarda una sparuta minoranza di colleghi e rischia oltretutto di bloccare gli avanzamenti di carriera dei più giovani, ponendo le condizioni per ulteriori abbandoni del Servizio sanitario nazionale. Metterla in atto senza investire nel sistema, senza riformarlo, sarebbe una politica miope, inefficace e ingiusta, perché non possiamo chiedere a chi ha già dato tanto ulteriori sacrifici, senza preparare ai giovani un futuro migliore. Occorre una riforma strutturale del sistema, che investa sui medici e sui professionisti, che ne costituiscono la linfa vitale e il tessuto connettivo”.
Anaao-Assomed chiede l'intervento del Ministro della salute.“Siamo almeno al decimo tentativo negli ultimi anni di mantenere in servizio fino a 72 anni una sparuta minoranza di medici con l’aggravante di conservare il ruolo e le prerogative connesse. Ma con altrettanta pervicacia l’Anaao Assomed lo contrasterà con tutte le sue forze”. È il commento di Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, all’emendamento al decreto legge Milleproroghe all’esame del Parlamento per la conversione in legge. “Sono ben altri i provvedimenti di cui hanno bisogno la sanità, i medici e i dirigenti sanitari del Paese – incalza Di Silverio - che da tempo avanzano, inascoltati, richieste ben precise. Se i nostri politici, di qualsiasi schieramento, prendessero a cuore il destino del Ssn come hanno preso a cuore questo provvedimento, la sanità non avrebbe più alcun problema”.
“Quello che più ci sconcerta – prosegue Di Silverio - è che in base ai CAT 2021 (Conto Annuale dello Stato) i dirigenti medici e sanitari che potrebbero restare in servizio oltre i 68 anni compiuti sono 1.253. Tra questi i direttori di struttura complessa sono 340, ovvero il 27,1%, e i responsabili di struttura semplice 245, ovvero il 19,6%. Ancora uno scandaloso provvedimento ad personam”.
“Chiediamo l’intervento del Ministro della salute per chiarire una volta per tutte la situazione”.