
Per quanto concerne il percorso di formazione nella bozza si precisa che per svolgere l’attività di “medico chirurgo di medicina generale” alle dipendenze “è necessario integrare la formazione del corso regionale in medicina generale con un anno di attività didattica e pratica ai fini dell’equiparazione di tale titolo alla specializzazione universitaria in medicina di comunità e delle cure primarie”. In seguito si punta a introdurre una specializzazione universitaria di quattro anni. I pazienti potranno continuare a scegliere il proprio medico, anche se quest’ultimo risulta essere dipendente
Alcuni punti salienti della bozza infatti precisano:
- "Il rapporto tra il Servizio sanitario nazionale dei i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta attuali che non siano dipendenti del Ssn è ad esaurimento, e rimarrà disciplinato da apposite convezioni".
- "Chi è già convenzionato, può esercitare l'opzione di passare alle dipendenze".
- I medici cosiddetti di 'assistenza primaria' dovranno effettuare attività oraria presso le Case di comunità.
- "Dall'entrata in vigore della presente legge, l'attività di assistenza primaria di medicina e pediatria al fine del miglioramento dei servizi, richiede l'instaurarsi del rapporto di impiego". I medici saranno "inquadrati nel ruolo sanitario della dirigenza medica", cioè come gli ospedalieri.
- "Nelle more del passaggio alla dipendenza, le Regioni devono prevedere adeguate forme di integrazione dei medici e dei pediatri convenzionati con il personale dipendente".
- "I medici che frequentano il corso di formazione in Medicina generale al momento dell'entrata in vigore della presente legge e i pediatri vengono assunti alle dipendenze del Sistema sanitario nazionale".
- Per i Mmg con a carico tra i 1.200 e 1.500 pazienti sono previste "38 ore nel distretto sanitario o sue articolazioni, delle quali 21 da dedicare agli assistiti e le altre all'azienda".
Carenza Mmg. Negli ultimi cinque anni, il numero dei medici di famiglia è diminuito di oltre 5.000 unità, portando il totale a circa 37.000 professionisti. La carenza è particolarmente grave in Lombardia, Veneto e Friuli, dove il rapporto medico-paziente supera la media nazionale di 1.583 abitanti per medico. Per affrontare l’emergenza, il governo ha previsto la possibilità di estendere l’età pensionabile fino a 73 anni e di bandire concorsi straordinari per incentivare l’ingresso di nuovi medici nel sistema sanitario.
La riforma è considerata un passaggio fondamentale per garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale e migliorare l’assistenza territoriale. Con l’avvicinarsi della scadenza del Pnrr, le decisioni prese nelle prossime settimane potrebbero determinare il futuro della medicina generale in Italia.
Le posizioni delle Regioni:
Lazio. Il presidente Francesco Rocca guida il fronte favorevole all’introduzione della dipendenza per i nuovi medici di famiglia, sostenendo che il modello attuale non garantisce una reale integrazione nel Servizio sanitario nazionale.
Veneto, Friuli, Campania, Puglia e Toscana. Queste Regioni appoggiano la proposta di Rocca, ritenendo che la dipendenza possa migliorare la continuità assistenziale e rendere la professione più attrattiva per i giovani medici anche se Campania Puglia e Toscana si distinguono poiché preferiscono che sia il Governo a presentare una proposta definitiva.
Lombardia. La carenza di medici è particolarmente grave, con un rapporto medico-paziente superiore alla media nazionale. La Regione è favorevole a misure straordinarie come l’estensione dell’età pensionabile dei Mmg fino a 73 anni (approvata di recente con il Dl Pa) e concorsi straordinari.
Emilia-Romagna. Soddisfatta del proprio modello, che prevede una piena adesione dei medici alle Case di Comunità, non è convinta della necessità di introdurre la dipendenza.
Marche. La Regione ha recentemente chiuso un accordo con i sindacati della Mg per l’utilizzo di fondi residui, incentivando la creazione di Aggregazioni funzionali Territoriali (Aft) per migliorare l’assistenza sanitaria.