Campania: Mmg sotto pressione tra carenze e riorganizzazione
Secondo la Fimmg Napoli, i medici di famiglia non si limitano all’attività ambulatoriale, ma garantiscono una continuità assistenziale ben oltre gli orari ufficiali. “La nostra attività è ininterrotta e si estende nel tempo e nello spazio della quotidianità delle persone”, afferma Luigi Sparano, segretario della Fimmg Napoli, sottolineando l’importanza della prossimità nelle cure.
Il sindacato ribadisce che un’eventuale transizione dei medici alla dipendenza potrebbe portare alla cancellazione di oltre 30 milioni di prestazioni annue, mettendo in difficoltà il sistema di assistenza primaria. “Pensare di rafforzare le cure sradicando i medici dal territorio è una contraddizione”, sostiene Corrado Calamaro, dirigente della Fimmg Napoli.
Per garantire un’assistenza più efficace, il sindacato propone il rafforzamento delle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), dove i medici potrebbero lavorare in sedi condivise con infermieri e altri professionisti sanitari. “Vogliamo superare l’isolamento organizzativo dei singoli medici e garantire cure più efficaci e accessibili”, aggiunge Calamaro.
Le criticità della sanità campana: l’allarme dello Smi
Dall’altra parte, lo Smi Campania evidenzia una problematica opposta: l’eccessivo numero di pazienti per medico. “Ci risulta che ormai alcuni nostri iscritti abbiano superato di gran lunga il numero massimo di assistiti previsto dall’Accordo collettivo nazionale”, dichiara Giovanni Senese, segretario regionale dello Smi. In alcuni casi, il numero supera i 2.000 pazienti per medico, rendendo difficile garantire un’adeguata assistenza, prevenzione e attività di screening. Le difficoltà emergono soprattutto nelle zone a maggiore densità abitativa e negli studi associati con più medici, dove le sale d’attesa sono sovraffollate al punto da causare problemi di ordine pubblico. “Abbiamo registrato interventi delle forze dell’ordine per aggressioni a medici, segretarie e personale di studio”, aggiunge Senese.
Lo Smi chiede alle Aziende Sanitarie Locali di rispettare i limiti contrattuali e redistribuire gli assistiti in modo uniforme. Inoltre, invita la Regione Campania a investire nella medicina generale per fermare la fuga dei giovani medici dal settore. “Serve un intervento concreto nel prossimo Accordo Integrativo Regionale per garantire la continuità assistenziale e tutelare il lavoro dei medici di famiglia”, conclude Senese.
La sanità campana si trova quindi a un bivio: da un lato la Fimmg Napoli insiste sulla necessità di una riorganizzazione territoriale per migliorare l’efficienza delle cure, dall’altro lo Smi denuncia il sovraccarico dei medici e le conseguenze di una gestione disomogenea degli assistiti. In entrambi i casi, è evidente l’urgenza di investimenti strutturali per garantire un sistema sanitario sostenibile e all’altezza delle esigenze dei cittadini.