
Dalle App alle Terapie Digitali: un salto di paradigma. Le App per la salute sono ormai una realtà consolidata: il 39% dei pazienti e il 18% dei cittadini le utilizza per migliorare lo stile di vita, il 30% e il 16% per monitorare parametri clinici, e il 14% e il 10% per aumentare l’aderenza terapeutica. Ma il vero cambio di passo è rappresentato dalle Terapie Digitali (DTx): soluzioni clinicamente validate, progettate per integrare o sostituire trattamenti tradizionali.
In Italia, la normativa è ancora in fase di definizione, ma il 2 luglio 2025 la Commissione Affari Sociali della Camera ha adottato un testo base che introduce per la prima volta una cornice regolatoria per le DTx, definendone struttura, requisiti e modalità di prescrizione all’interno del Ssn.
Il ruolo dei Mmg: tra fiducia e formazione
Il 45% dei medici specialisti italiani si dichiara pronto a prescrivere Terapie digitali non appena sarà possibile, percentuale che sale al 60% tra chi conosce le differenze tra DTx e App tradizionali. Anche tra i medici di medicina generale cresce l’interesse, ma emerge un bisogno formativo urgente: il 70% dei medici specialisti ha già manifestato interesse per percorsi dedicati.
Per i Mmg, le DTx rappresentano un’opportunità concreta per:
- migliorare l’aderenza terapeutica,
- personalizzare i percorsi di cura,
- monitorare a distanza pazienti cronici,
- rafforzare l’empowerment del paziente.
Intelligenza artificiale: da strumento operativo a leva strategica. L’Ai è oggi considerata una priorità di innovazione per il 90% delle aziende Pharma e Medtech italiane, soprattutto per:
- il coinvolgimento dei professionisti sanitari,
- la scoperta di nuovi prodotti (55%),
- il supporto alle sperimentazioni cliniche (48%).
Una sanità più connessa, ma anche più complessa. Se da un lato le tecnologie digitali offrono nuove possibilità terapeutiche e organizzative, dall’altro pongono sfide importanti:
- mancanza di un contesto normativo definito (segnalata dal 69% delle aziende),
- difficoltà di valutare il ritorno sull’investimento (54%),
- necessità di upskilling delle figure coinvolte (62%).