EvdL’Intelligenza artificiale e le soluzioni digitali stanno ridisegnando il perimetro della medicina territoriale. Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Life Science: costruire il futuro tra digitale, algoritmi e nuove competenze”, il 41% dei medici di medicina generale ha già consigliato ai propri pazienti App per il monitoraggio dei parametri clinici, mentre il 24% ha promosso App per migliorare lo stile di vita. Un dato che conferma come i medici di famiglia siano già parte attiva nella transizione digitale della sanità.
Dalle App alle Terapie Digitali: un salto di paradigma. Le App per la salute sono ormai una realtà consolidata: il 39% dei pazienti e il 18% dei cittadini le utilizza per migliorare lo stile di vita, il 30% e il 16% per monitorare parametri clinici, e il 14% e il 10% per aumentare l’aderenza terapeutica. Ma il vero cambio di passo è rappresentato dalle Terapie Digitali (DTx): soluzioni clinicamente validate, progettate per integrare o sostituire trattamenti tradizionali.
In Italia, la normativa è ancora in fase di definizione, ma il 2 luglio 2025 la Commissione Affari Sociali della Camera ha adottato un testo base che introduce per la prima volta una cornice regolatoria per le DTx, definendone struttura, requisiti e modalità di prescrizione all’interno del Ssn.

Il ruolo dei Mmg: tra fiducia e formazione

Il 45% dei medici specialisti italiani si dichiara pronto a prescrivere Terapie digitali non appena sarà possibile, percentuale che sale al 60% tra chi conosce le differenze tra DTx e App tradizionali. Anche tra i medici di medicina generale cresce l’interesse, ma emerge un bisogno formativo urgente: il 70% dei medici specialisti ha già manifestato interesse per percorsi dedicati.
Per i Mmg, le DTx rappresentano un’opportunità concreta per:
  1. migliorare l’aderenza terapeutica,
  2. personalizzare i percorsi di cura,
  3. monitorare a distanza pazienti cronici,
  4. rafforzare l’empowerment del paziente.

Intelligenza artificiale: da strumento operativo a leva strategica. L’Ai è oggi considerata una priorità di innovazione per il 90% delle aziende Pharma e Medtech italiane, soprattutto per:
  • il coinvolgimento dei professionisti sanitari,
  • la scoperta di nuovi prodotti (55%),
  • il supporto alle sperimentazioni cliniche (48%).
Le soluzioni più diffuse sono quelle per la ricerca e analisi di articoli scientifici (78%), spesso basate su strumenti generalisti come Copilot o ChatGPT (60%), ma il 36% delle aziende ha già sviluppato soluzioni proprietarie su dati interni.
Una sanità più connessa, ma anche più complessa. Se da un lato le tecnologie digitali offrono nuove possibilità terapeutiche e organizzative, dall’altro pongono sfide importanti:
  • mancanza di un contesto normativo definito (segnalata dal 69% delle aziende),
  • difficoltà di valutare il ritorno sull’investimento (54%),
  • necessità di upskilling delle figure coinvolte (62%).
Per i medici di medicina generale, ciò si traduce nella necessità di acquisire nuove competenze digitali, ma anche nella possibilità di ridefinire il proprio ruolo come regista clinico in un ecosistema sempre più interconnesso.