I sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed lanciano un duro j’accuse contro gli emendamenti al disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, accusando il Governo di delegare a terzi la gestione degli ospedali e di introdurre misure che alimentano tensioni tra i medici ospedalieri. "Si appalta a gettonisti e cooperative il Pronto soccorso, si affidano le prestazioni specialistiche alle farmacie e si impone agli specializzandi di coprire le carenze di organico senza fondi aggiuntivi" denunciano in un comunicato congiunto.
La polemica si estende anche alla riformulazione dei fondi contrattuali: secondo i sindacati, una modifica al testo prevede la sottrazione di circa 200 milioni di euro destinati alla valorizzazione professionale per gli anni 2025 e 2026, in favore del solo personale dell’emergenza-urgenza. "Valorizzare questo ambito è giusto – sottolineano – ma non a scapito degli altri colleghi. Così si alimenta una guerra tra poveri".
Il Ddl prevede inoltre che l’attività intramoenia venga subordinata alla saturazione delle agende istituzionali, misura che – secondo le sigle sindacali – finirebbe per ridurre l’offerta sanitaria e peggiorare i tempi d’attesa per i cittadini.
"Ci troviamo di fronte a un tentativo deliberato di smantellamento del Servizio sanitario nazionale e di frammentazione del fronte medico" dichiarano Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente della federazione Cimo-Fesmed. "Abbiamo già attivato tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastare queste proposte. Se saranno approvate, siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione e mobilitare i nostri iscritti, anche valutando il rifiuto di proseguire oltre l’orario di lavoro".