Anche il mondo sanitario italiano si mobilita per la crisi umanitaria in corso a Gaza. Due professionisti, Jonathan Montomoli (Ospedale di Rimini) e Roberto De Vogli (Università di Padova), hanno diffuso un appello rivolto a medici, ricercatori e accademici affinché rompano il silenzio istituzionale e riconoscano la gravità della situazione. L’iniziativa si concretizza nella petizione “STOP the SILENCE! Academic Associations Must Recognise the Genocide in Gaza”, già sottoscritta da numerosi operatori sanitari.
“La neutralità di fronte al genocidio è complicità”, affermano i promotori, denunciando l’assenza di una risposta adeguata da parte della comunità internazionale.
La lettera-petizione si articola in 10 punti e si basa su articoli pubblicati in riviste scientifiche come The Lancet, BMJ e Journal of Genocide Research.

I dati raccolti descrivono un quadro devastante:

Crollo dell’aspettativa di vita: secondo Lancet, in soli 12 mesi la vita media a Gaza è passata da 75,5 a 40,5 anni, una diminuzione senza precedenti.
Traumi sui minori: il 96% dei bambini intervistati crede che la propria morte sia imminente; il 49% desidera morire (War Child, 2024). Gaza ha oggi il più alto numero di amputazioni pediatriche pro capite al mondo (Unocha).
Sanità sotto attacco: l’Oms denuncia 720 aggressioni contro obiettivi sanitari tra ottobre 2023 e maggio 2025, inclusi ospedali, ambulanze e strutture mediche
I promotori sottolineano la responsabilità morale delle istituzioni mediche e accademiche nel riconoscere le violazioni sistematiche del diritto internazionale, documentate anche da Unocha e Oms. La petizione invita a non rimanere neutrali e chiede di prendere posizione, anche in ambito professionale, contro la devastazione in atto.

Come aderire alla petizione

Patrizia Lattuada