EvdLa Medicina generale torna a denunciare un aggravio burocratico che rischia di minare la qualità dell’assistenza territoriale e di allontanare i professionisti dalla cura diretta. Al centro della protesta, il nuovo Profilo sanitario sintetico, previsto dal decreto ministeriale del 27 giugno e parte integrante del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, che impone ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta la compilazione e l’aggiornamento di un documento informatico contenente i dati essenziali del paziente.
Secondo Snami, il sindacato nazionale autonomo dei medici italiani, si tratta dell’ennesimo carico amministrativo che sottrae tempo alla relazione clinica e rischia di scoraggiare i giovani dall’intraprendere la professione.
“Si pretende che i medici diventino gli scribacchini del sistema – denuncia Snami – costretti a inserire dati già noti, a ricercare informazioni su pazienti che magari non hanno mai visto, perché giovani o mai ricorsi a cure.”
Il documento, che dovrebbe contenere informazioni come patologie croniche, terapie farmacologiche, allergie e anamnesi familiare, è stato pensato per favorire la continuità assistenziale. Tuttavia, secondo i sindacati, la sua attuazione rischia di trasformarsi in un esercizio burocratico fine a sé stesso, lontano dalla realtà clinica e dalle esigenze dei professionisti.
Il presidente nazionale dello Snami, Angelo Testa, interviene con fermezza: “Il Profilo sanitario sintetico è l’ennesimo strumento pensato senza ascoltare chi lavora sul territorio. Non si può continuare a scaricare sui medici compiti amministrativi che nulla hanno a che vedere con la clinica. La medicina generale ha bisogno di tempo, di relazione, di strumenti semplici e funzionali. Non di moduli da compilare. ”Testa sottolinea come la misura rischi di scoraggiare i giovani medici e di aggravare la già critica situazione della medicina territoriale: “Questa burocrazia cieca e distante dalla realtà non migliora la salute dei cittadini, ma logora i professionisti. Il rischio è che sempre più colleghi abbandonino la professione e che i giovani non la scelgano affatto.”
A condividere le preoccupazioni è anche Gian Massimo Gioria, responsabile nazionale area convenzionata del Sindacato medici italiani (Smi), che evidenzia le criticità tecniche e operative del provvedimento.
“Il Profilo sanitario sintetico, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe garantire la continuità delle cure e agevolare il rapido inquadramento clinico del paziente, soprattutto in situazioni di emergenza. Per questo avevamo sostenuto, durante la discussione presso Agenas, che dovesse essere uno strumento rapido, efficace e poco farraginoso.”
Secondo Gioria, le indicazioni attuative pubblicate non garantiscono una corretta gestione del Patient Summary né la sua efficace integrazione nel Fascicolo Sanitario Elettronico. Il rischio è quello di introdurre un sistema che, anziché semplificare, complica ulteriormente il lavoro dei medici di famiglia.
“Questa modalità di compilazione non offre alcuna certezza alla categoria medica. Chiediamo un tavolo urgente di confronto al Ministero della Salute per chiarire i punti problematici e avviare successivamente tavoli regionali”.
In un momento storico in cui si parla di rafforzare il ruolo della medicina territoriale, il Profilo sanitario sintetico rischia di produrre l’effetto opposto: deresponsabilizzazione clinica, affaticamento amministrativo e ulteriore disconnessione tra professionisti e istituzioni. Per i sindacati, è tempo di ascoltare la voce dei medici e di costruire strumenti realmente utili alla pratica clinica, non ostacoli burocratici che ne compromettono l’efficacia.