La Legge quadro sull’Intelligenza artificiale, approvata in via definitiva dal Senato, segna un punto di svolta per la medicina italiana. “È un buon giorno per i medici, per i cittadini, per il Servizio sanitario nazionale”, ha dichiarato Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, commentando il provvedimento insieme al Comitato Centrale della Federazione.
Il testo, composto da 28 articoli, disciplina l’applicazione dell’Ia in settori strategici come il Servizio sanitario nazionale e la ricerca scientifica. In ambito sanitario, l’articolo 7 chiarisce che l’intelligenza artificiale può contribuire alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, ma sempre nel rispetto dei diritti della persona e della centralità del medico.
“L’Ia è uno strumento prezioso nelle mani del medico, non un suo surrogato”, ha ribadito Anelli.
Per la prima volta, viene definito in modo inequivocabile l’atto medico: le decisioni nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica spettano esclusivamente agli esercenti la professione medica. Un riconoscimento normativo che rafforza il ruolo del medico all’interno del sistema sanitario, anche nell’era digitale.
“La legge valorizza le applicazioni dell’Ia in medicina – ha spiegato Anelli – nel rispetto dei diritti dei cittadini e della sicurezza delle cure. È significativo che sia stata approvata proprio nella giornata mondiale dedicata alla sicurezza delle persone assistite”. La Fnomceo ha espresso apprezzamento anche per gli interventi sul Codice penale, che puniscono gli utilizzi illeciti dell’Ia, come i deepfake che coinvolgono medici o mettono a rischio la dignità delle persone.
La Federazione aveva da tempo sollecitato una regolamentazione chiara, capace di distinguere tra supporto tecnologico e atto clinico. “Presupposto imprescindibile per la sicurezza – ha sottolineato Anelli – è che l’Ia sia un ausilio nelle mani del medico, orientato al bene della persona e al miglior funzionamento dei servizi sanitari”.
Oltre alla tutela dell’atto medico, la legge promuove la ricerca e la formazione, creando le condizioni per un uso consapevole e responsabile dell’Ia. “L’Italia – ha concluso Anelli – si allinea all’Ia Act europeo e valorizza il ruolo della professione medica. Ringraziamo i parlamentari che hanno ascoltato le istanze dei professionisti e contribuito a questo risultato”.
Per i medici di medicina generale, chiamati ogni giorno a coniugare prossimità, competenza e responsabilità, la legge rappresenta una garanzia: l’innovazione tecnologica non sostituirà la relazione clinica, ma potrà rafforzarla, se guidata da chi ne conosce il senso e il limite.
Focus sui Mmg: cosa prevede la legge. Per la Medicina generale, la legge introduce disposizioni specifiche negli articoli 7, 8, 9 e 10, delineando un perimetro chiaro per l’uso dell’Ia nella pratica territoriale.
  1. Articolo 7 stabilisce che l’Ia può supportare la prevenzione, diagnosi e cura, ma la decisione finale spetta sempre al medico. Il testo tutela i diritti della persona, la riservatezza dei dati e vieta ogni forma di discriminazione nell’accesso alle prestazioni.
  2. Articolo 8 promuove l’uso responsabile dei dati personali per la ricerca e la cura, anche attraverso sperimentazioni scientifiche e dati anonimizzati, rafforzando il ruolo della medicina generale nella produzione di evidenze cliniche.
  3. Articolo 9 affida al Ministero della Salute, entro 120 giorni, il compito di definire una disciplina semplificata per il trattamento dei dati sanitari, anche particolari. L’Ia potrà essere integrata nel Fascicolo Sanitario Elettronico e nei sistemi di sorveglianza, con l’obiettivo di potenziare l’assistenza territoriale e la sanità digitale. L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sarà coinvolta direttamente.
  4. Articolo 10 prevede l’attivazione di una piattaforma nazionale di Ia, gestita da Agenas, a supporto dei medici di famiglia e degli utenti. La piattaforma dovrà garantire la sicurezza e la protezione dei dati personali, offrendo strumenti operativi per migliorare la presa in carico e la continuità assistenziale.