Per contrastare il fenomeno, secondo il presidente della FNOMCeO, "serve una rivoluzione organizzativa e culturale”. Con questo intento la Federazione ha messo in campo due iniziative: una campagna social e a due corsi di formazione a distanza, uno più generale e uno sulle tecniche di de-escalation e di gestione dell’aggressività e dello stress. Iniziative che mirano a formare e informare i medici e a sensibilizzare la popolazione su questo fenomeno.

Per Pina Onotri, segretario generale Smi, la tragedia del Covid che in Italia ha causato centinaia di migliaia di morti e tra questi quasi 400 medici, di cui più della metà medici di famiglia, avrebbe dovuto spingere Governo e istituzioni  a potenziare il nostro Ssn a partire dalla valorizzazione del personale medico, ma così non è stato. Il sacrificio dei Mmg, per esempio, doveva essere utile per estendere le tutele sul lavoro a tutta la categoria, ma tutt’oggi sono ancora presenti forti discriminazioni per i medici convenzionati.

EvdAd essere convinti di ciò è la Libera Associazione di Medicina Generale e l'Associazione Mmg - Sardegna. Attraverso una petizione inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute, manifestano la loro assoluta contrarietà nei confronti dell'Accordo. Contestano particolarmente l'ulteriore quota oraria che i Mmg dovranno svolgere nelle CdC a seconda delle necessità del Distretto a carico dei non massimalisti, decisione che secondo loro renderebbe ancora meno appetibile la professione per i giovani medici.

EvdA sostenere ciò Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg che, nel suo intervento agli Stati Generale sul Diabete, ha sottolineato la necessità di sviluppare un nuovo modello organizzativo per la gestione dei pazienti diabetici."Un modello - ha precisato - basato su un coordinamento della presa in carico da parte del diabetologo, dell'endocrinologo e del Mmg, in collaborazione con il team multidisciplinare, che punti ad una compiuta integrazione fra strutture diabetologiche e a indirizzo endocrino con la Medicina Generale all'interno di un sistema di rete".

Per la prima volta Società Scientifiche, Associazioni di pazienti e di categoria si sono unite per promuovere la Legge sulla terapia del dolore e sulle cure palliative. A distanza di 14 anni dall’entrata in vigore in Italia della normativa sono, infatti, ancora numerose le barriere e le difficoltà attuative sul territorio nazionale, con forti disparità tra Nord e Sud.

Secondo i dati di un recente sondaggio di Anaao-Assomed, sottoposto ai propri iscritti attraverso un questionario, l'81% dei colleghi medici e dirigenti sanitari ha subito aggressioni fisiche e verbali, ma il 69% non denuncia. Psichiatria, Pronto Soccorso/Medicina d’Emergenza-Urgenza sono i reparti più a rischio dove si registra il maggior numero di aggressioni da parte dei pazienti e dei loro parenti.

Dopo l'allarme lanciato da Anaao Assomed arriva quello della FNOMCeO. I dati forniti dal Ced della Federazione parlano chiaro: "il 2030 sarà l’anno in cui i nuovi specialisti andranno a colmare del tutto i vuoti lasciati negli anni precedenti dai pensionamenti e dalle dimissioni, i nuovi specialisti saranno quasi 2.000 in più dei neopensionati, mentre oltre 19mila giovani, le matricole di quest’anno, si laureeranno in Medicina. Con il rischio di un nuovo imbuto formativo e quasi sicuramente quello di un imbuto lavorativo".