Questo è il monito lanciato al XLII Congresso nazionale Snami dal presidente nazionale, Angelo Testa che, in merito alla prospettiva di una eventuale dipendenza dei Mmg dal Ssn, ha espresso il proprio dissenso. "Un sondaggio fatto dallo Snami - ha sottolineato - nei confronti dei suoi iscritti ha svelato che la maggior parte vorrebbe restare convenzionata, ma la percentuale di coloro che anelano alla dipendenza arriva al 40%. Inoltre, il 77% dei medici intervistati dichiara di non essere soddisfatto della professione".
Ne è convinta Pina Onotri, segretario generale Smi che ha dichiarato: "Chiediamo che si destinino finanziamenti, per alzare adeguatamente le retribuzioni dei medici, per un potenziamento della medicina territoriale e per abbattere le liste di attesa". Onotri ricorda che in gioco c'è il carattere universale del Ssn, motivo per cui c'è la necessità di un ripensamento anche dell'autonomia differenziata.
“Uno sconsiderato inghippo burocratico-informatico - precisa il presidente dell'OMCeO di Milano - sta rendendo la vita difficile ai Mmg, alle farmacie e a molti pazienti. Sono infatti migliaia quelli che si sono ritrovati senza medico di famiglia perché sono stati azzerati i codici regionali dei corsisti diventati titolari a tempo indeterminato, i quali in precedenza avevano accettato di aprire lo studio convenzionato per l’assistenza primaria".
Solo 11.688 candidati su 14.036 si sono visti assegnati uno dei 16.165 contratti di formazione. Il dato più preoccupante riguarda la scuola di specializzazione d’emergenza-urgenza. Motivo per cui le associazioni italiane dei medici specializzandi Anaao giovani, Als e Gmi si dichiarano pronte a scendere nuovamente in piazza, questa volta non soltanto a Roma, ma in diverse città italiane.
Il segretario dell'Anaao Assomed esprime forte preoccupazione per l’ennesimo definanziamento della sanità previsto dalla Nadef: “Se le stime dovessero essere confermate nella prossima legge di bilancio, se non saranno previsti adeguati investimenti, i medici e i dirigenti sanitari se ne andranno. Non è il contratto che risolve i problemi, ma investimenti certi e adeguati e un nuovo modello organizzativo. Ad oggi non vediamo niente di tutto questo”.
"Servono risorse per rendere attrattiva anche la medicina generale". A sottolinearlo, in un passaggio della sua relazione annuale al Congresso Nazionale Fimmg, è il segretario generale Silvestro Scotti che dice no alla dipendenza dei Mmg, ma sostiene la necessità che i loro studi possano garantire una maggiore offerta diagnostica e orari di apertura più lunghi. Per centrare tale obiettivo serve un processo di defiscalizzazione delle indennità accessorie della MG che permetterebbe di migliorare l’assistenza.
Nè è convinto il presidente della FNOMCeO che, intervenendo all'81° Congresso della Fimmg, ha tenuto a precisare: "Il passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale, non potenzia, ma rischia di peggiorare l'assistenza sanitaria, compromettendo il rapporto di fiducia e la capillarità".