A certificare questi stati d'animo è il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, in una recente dichiarazione: "Basta. Siamo stanchi e arrabbiati. Si parla tanto di coinvolgere i medici di famiglia nelle vaccinazioni, ma poi non ci distribuiscono le dosi. E questo quasi ovunque in Italia. Si parla di potenziare il territorio, ma poi ci considerano i burocrati che debbono certificare il lavoro degli altri, firmando Green Pass. Siamo stanchi di essere il capro espiatorio delle inefficienze degli altri e siamo pronti a dichiarare lo stato d'agitazione".
Queste le parole del presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, espresse durante la recente celebrazione della festa del Lavoro. Un primo maggio amaro per i medici: "Da eroi della pandemia - ha detto Anelli - siamo diventati vittime di gogne mediatiche, di aggressioni vere e proprie, del nostro stesso lavoro fatto di turni massacranti, di gap nella sicurezza, di diritti contrattuali negati o fatti apparire come concessioni o privilegi. Un medico sottoposto a pressioni di ogni tipo non riesce ad assicurare prestazioni al top. Per questa festa del Lavoro chiediamo una sola cosa: non chiamateci eroi; ridateci i nostri diritti”.
"Piazze stracolme, mascherine abbassate: abbiamo finito le parole". L'esternazione è del presidente dell'OMCeO di Firenze Pietro Dattolo che, in una lettera aperta a sua firma descrive tutto lo scoramento di chi continua a combattere quotidianamente per salvare le vite dei malati Covid in una situazione ancora emergenziale che il paese reale sembra voler esorcizzare. "La tutela della salute è uno dei pilastri della nostra Costituzione - scrive Dattolo - ma quel principio oggi sembra essere confinato solo nei reparti ospedalieri".
A sottolineare ciò lo Snami che critica l'indicazione sul rilascio del 'certificato verde', il pass per potersi spostare tra regioni di colore diverso, da parte dei Mmg e dai Pls. Per il presidente Snami, la categoria non può sostenere questo ulteriore aggravio burocratico soprattutto in un periodo di pandemia che li vede impegnati in prima linea. Sulla questione prende posizione anche la Fimmg. La segreteria nazionale del sindacato, con un messaggio inviato agli iscritti, invita i medici di famiglia a soprassedere dal rilascio di certificazioni inerenti il green pass in attesa di maggiori chiarimenti.
Giuseppe Belleri, medico di medicina generale a Flero (BS), sul suo blog (http://curprim.blogspot.com) ha riservato un commento molto critico sul nuovo assetto dell'assistenza territoriale, declinato dal Piano di Ripresa e Resilienza. "Medicina di prossimità - scrive Belleri - significa rapporto stretto con il proprio territorio mentre con lo standard previsto per le case della comunità (1 ogni 45mila abitanti), dove si dovrebbero concentrare decine di Mmg in un'unica struttura, si taglieranno fuori le zone disagiate e i piccoli comuni con popolazione sparsa in frazioni che già ora sono abbandonate e penalizzate, dove peraltro è presente in modo capillare la Medicina Generale".
Il coinvolgimento dei medici pensionati, chiamati a somministrare i vaccini anti Covid, potrebbe essere vanificato dall’art. 3-bis del Decreto Legge 2/2021. L'articolo prevede che durante l’emergenza Covid le Aziende interinali possono, da un lato attribuire ai medici quiescenti l’incarico remunerato di medico vaccinatore ma, dall’altro, dispone la sospensione del trattamento previdenziale durante i mesi di svolgimento di tale attività.
“Oltre 4.500 medici di famiglia in Lombardia - ha dichiarato Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale della Fimmg, all’Adnkronos Salute - hanno dato la disponibilità a vaccinare nei loro studi o in centri vaccinali di prossimità. Come Fimmg, con altre associazioni di categoria, abbiamo sottoscritto un accordo nel mese di gennaio che non ha mai visto attuazione”.